Edoardo LombardiBusiness: lottiamo contro la complessità
CIÒ CHE CI FRENA HA (ANCHE) ORIGINI STORICHE:
RIUSCIREMO A LIBERARCI DA QUESTO PESANTE DNA?
Quando “non mi sento bene” vado dal medico. Di solito, fin dalla prima visita, parla con me non tanto di che cosa sia la buona salute, ma di come si sta manifestando il mio disturbo: il nostro colloquio tende a vertere sui sintomi che accuso, in base ai quali individua la malattia e propone la cura opportuna.
Questa premessa vuole spiegare perché non parlerò tanto della semplicità (cioè di come dovrei essere se mi sentissi bene), ma della complessità (cioè del malanno che mi ha colpito).
Ora “la capacità più complessa è quella di riuscire a essere semplici”, ha detto saggiamente qualcuno. Ecco perché la complessità può essere vista come una malattia che mette a rischio la semplicità.
Voglio parlare dei due grandi mondi in cui la complessità, che è sempre in agguato, può fare i danni maggiori: il mondo del business e quello della pubblica amministrazione.
LA COMPLESSITÀ NEL BUSINESS
Partiamo dal mondo del business: dai tempi di Henry Ford, famoso per aver dichiarato che l’acquirente delle sue automobili poteva ottenerle di qualunque colore volesse “purché fosse nero”, molta acqua è passata sotto i ponti.
Mentre la capacità produttiva può essere aumentata dovunque e in tempi relativamente brevi, la domanda non è così elastica. Trovare una domanda crescente in un mondo in cui lo sviluppo dell’economia langue, è molto difficile. La soluzione per troppe aziende è allora cominciare a vendere qualsiasi cosa, dovunque, in tutti i modi possibili, e per farlo sono destinate a cadere inevitabilmente vittime della complessità. Di conseguenza quando si moltiplica il numero di prodotti, clienti, fornitori, mercati, addetti (anche perché c’è sempre una grande resistenza da parte delle strutture commerciali a eliminare dall’offerta i modelli sostituiti dai nuovi prodotti), si comprende come un business possa entrare in crisi rapidamente per eccesso di costi.
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