Non c'è tempo di essere gentili
CREDIAMO CHE UNA PERSONA "FREDDA" FACCIA CARRIERA IN FRETTA, MA CHI VUOLE LAVORARE CON QUALCUNO DI SCORTESE?
Non c'è tempo di essere gentili, al lavoro.
Sconfortante il titolo di un articolo del New York Times che ho letto stamattina bevendo il caffè.
Il problema è che la scortesia prolungata ha effetti pensantemente negativi sulla nostra salute (ulcere, indebolimento del sistema immunitario, problemi cardiaci) - e ormai lo sappiamo bene.
Un ambiente lavorativo malsano può diventare "tossico", se le situazioni si ripetono spesso. Che situazioni? Il NYT cita le più comuni: capi/colleghi che lasciano le conversazioni a metà, dimostrando disinteresse; che rispondono al telefono nel bel mezzo di una riunione, senza lasciare la stanza; che ci riprendono di fronte agli altri in modo rude; che ci ricordano la nostra posizione o il nostro titolo, a scopo intimidatorio; che si prendono il merito in caso di vittoria, ma puntano il dito in caso di sconfitta.
Secondo il quotidiano americano, il 17% delle persone si comporta così perché è sovraccarico di lavoro; il 40% dice che "non ha il tempo di essere gentile". Il 25% pensa che essere cortesi minerebbe l'autorità personale (insomma, solo bastone, niente carota), e il 40% che qualcun altro se ne approfitterebbe.
Dunque, anche se normalmente la scortesia ci infastidisce, nelle ultime due decadi sembra che non abbiamo fatto troppi sforzi per eliminarla. A volte basta un'email scritta sull'onda del risentimento; a volte siamo troppo distratti dal computer o dallo smartphone per concentrarci sulle persone.
Il che è un controsenso, perché, se pensiamo che essere "rudi" ci aiuti nella scalata verso le prime posizioni, difficilmente una persona rude viene apprezzata come leader. Potrà essere competente, ma considerata "fredda". E gli altri odieranno lavorare con lui/lei.
I gesti di inciviltà si mettono al bando più facilmente di quello che pensiamo. L'Ochsner Health System, una grossa società di servizi sanitaria della Louisiana, ha introdotto per il personale la regola del 10/5: i dipendenti vengono abituati a cercare il contatto visivo di un'altra persona se questa è vicina almeno 10 piedi (circa 3 metri), e a salutarla se è vicina 5 piedi. La Ochsner ha rilevato un aumento della soddisfazione dei pazienti e dei loro commenti positivi sul personale.
"Ciao", "grazie", "per favore", "hai un momento", "posso parlarti"... ce n'è.
Insomma, fate voi.