Strategie e tecniche
Quando il curriculum è "gonfiato"
Sembra un bollettino di guerra quello pubblicato dal Sole 24 Ore sui moderni cv: nonostante l'argomento sia stato e sia uno dei più inflazionati, anche sul web, continua la "strage" del curriculum.
I candidati non sembrano farne una giusta: trenta aziende (tra cui Apple, Cameo, Toyota, H&M, L'Oréal, Calzedonia, Luxottica, Coin) lo hanno riferito al settore replacement dell'università Ca' Foscari di Venezia, ufficio che orienta i neolaureati verso il primo colloquio e il primo impiego. Gli errori che ancora si riscontrano sul tipico curriculum sono di diversi tipi:
- date discordanti (liste di impieghi ed esperienze scolastiche cronologicamente sballate);
- mancanza dei dati di contatto (telefono, email, perfino luogo di nascita e residenza);
- mancanza di titoli di studio o del voto di laurea;
- foto inappropriate (selfie al pub o in spiaggia);
- stile prolisso e ridondante;
- confusione nella presentazione dei dati;
- sovrastima di sé (profili falsi o gonfiati... che crollano al primo colloquio. Candidati che scrivono "inglese fluente" e poi restano a bocca aperta alla richiesta «Have a sit», «Si sieda»);
- refusi (se il curriculum è in inglese, deve essere corretto dall'inizio alla fine);
- discordanza tra curriculum e candidato (le aziende da un dipendente che parla e scrive in lingua straniera si attendono che possa andare a lavorare all’estero. Molti al primo colloquio impallidiscono: «Preferirei restare in Italia...»; tre mesi di stage non equivalgono alla qualifica di responsabile marketing);
- grafica già vista (un'impostazione grafica personalizzata dimostra la capacità di usare programmi come Photoshop e il computer).
Le aziende ricevono circa 50 cv a settimana, ma almeno uno su tre è sbagliato.