Vivremo fino a 120 anni e faremo 40 lavori diversi
Da quando lavoro, il ritornello che ho sentito più spesso è: "Ma quale pensione. Tu non avrai mai una pensione". Per me è come parlare di Disneyland: come non avrò la pensione? E poi come si fanno le previsioni? Da qui a 50 anni?
In effetti c'è chi le previsioni le fa per mestiere, e sono anche previsioni dai risvolti non semplicissimi: "I ragazzini che oggi hanno 11 anni, vivranno fino a 120 anni e lavoreranno fino a cento. Nel frattempo avranno svolto almeno 40 mansioni diverse. Tutto questo in un mercato del lavoro completamente diverso da quello attuale, in cui tra il 30 e l'80% dei lavori sarà scomparso e rimpiazzato da macchine e robot".
La testimonianza è quella di Rohit Talwar, britannico, che di lavoro fa il futurista, appunto. Ex ingegnere elettronico, ora si dedica a verificare tutti gli scenari possibili dei prossimi anni, anche con uno scarto di parecchi decenni. Non significa prevedere il futuro, come in molti pensano. "Futurista" un tempo indicava quel movimento di intellettuali (Filippo Tommaso Marinetti, su tutti) che vedevano nel progresso (tecnologico, artistico) l'unica via percorribile per la sopravvivenza della società. Ora questa definizione è sfumata e si è modificata: i futuristi sono figure con gli occhi puntati avanti, che aiutano le aziende, e gli enti educativi come nel caso di Talwar, a prendere le decisioni più giuste non per difendersi dalle incertezze del futuro, ma per sfruttarle a favore. Tra i clienti dell'agenzia FastFuture di Talwar ci sono banche, case farmaceutiche e il ministero della Difesa inglese.
Rohit Talwar, nel suo libro The Future of Business (FutureSCope, 2015) ha raccolto gli studi di 62 pensatori del futuro, provenienti da 21 Paesi e 4 continenti diversi.
"In Inghilterra - dice - l'aspettativa di vita media è oltre gli 80 anni e cresce ogni anno di qualche mese. Assecondando questi ritmi, un ragazzino che oggi ha 11 anni, vivrà almeno fino a 120 anni".
Sono stime prudenti, assicura.
I robot, secondo Talwar, potrebbero sostituirci quasi in toto, la tecnologia diventerà sempre più economica, la produzione di cibo anche, internet sarà la base per lo scambio gratuito. Nei prossimi 20 anni, le pensioni scompariranno, perché sarà impossibile sostenere un sistema in cui le persone vivono fino a 120 anni! Robot sì, ma senza esagerare: Talwar è convinto che preferiremo sempre un cuoco in carne e ossa che cucini il nostro pranzo, e un musicista umano che suoni ai concerti.
Lo scenario più probabile ci vedrà impiegati part-time con più lavori diversi al giorno, anche solo per poche ore ciascuno. Infermieri, medici, contabili: i più papabili per essere sostituiti dalle macchine.
Noi adulti una prospettiva di questo tipo possiamo quasi capirla. Ma il ragazzino che adesso ha 11 anni? Occore, secondo Talwar, preparare i bambini alla possibilità di svolgere più lavori, allenarli nella capacità di imparare a imparare, continuamente. Dovranno saper risolvere i problemi bene e in fretta - qualità che serve in qualsiasi contesto - e fare previsioni a lungo termine, con flessibilità. Ma sarà soprattutto la parte personale ad aver maggior bisogno di cura: gli adulti di domani dovranno saper gestire lo stress meglio di quanto facciamo noi oggi, costruire una fortissima autostima, saper dormire e riposarsi. Molte scuole insegnano già le basi della meditazione. Insegnano a sviluppare l'intuizione, la creazione, insomma a rimettere l'essere umano al centro - che può suonare paradossale con l'avanzata della tecnologia. "Ma finché non diventeremo robot anche noi, l'unica soluzione alla velocità è questa".
Robot? "Sopravviveranno le professioni che prevedono un forte contatto umano ed emotivo: gli insegnanti, per esempio. Il contatto chimico tra persone non perderà mai la sua importanza. Almeno fino a che...".
Sì, fino a che non diventeremo robot noi stessi.
Qualcuno di voi lettori pensa già di cambiare pianeta? Qui in redazione ci stiamo organizzando...
Fonte: LINKIESTA
E per chi mastica inglese: https://www.youtube.com/watch?v=kwcLQCIfxpY