Prospettive


Afsoon Neginy Afsoon Neginy

Dal volume N° 56

Oltre il Cosmoprof: tendenze e opportunità dal beauty

LE ANTICIPA AFSOON NEGINY NELL'INTERVISTA DI MARIA BIETOLINI

 

Sostenibilità, attenzione agli ingredienti, filosofia “green”: è attorno a questi tre macro temi e macro trend che si è svolta l’edizione 2019 del Cosmoprof Worldwide Bologna, l’evento principale del mondo della bellezza nelle sue varie espressioni – estetica, Spa, capelli, nail, tecnologie, formazione, packaging…

Un mondo, quello della bellezza, che sembra non risentire mai delle crisi. L’esempio è proprio il nostro Paese: le ultime rilevazioni di Cosmetica Italia, l’Associazione nazionale imprese cosmetiche, dicono infatti che, anche a fronte di una contrazione del Pil, il fatturato globale nel 2018 è vicino agli 11,2 miliardi di euro (+2%) grazie al significativo contributo della domanda estera con esportazioni a +3,5% (l’export supera i 2.700 milioni di euro).


Grande distribuzione, profumeria e canali professionali (saloni di acconciatura e centri estetici) chiudono il 2018 con lo stesso segno più: +0,5%. L’e-commerce cresce del 10%. La produzione cosmetica contoterzi registra una crescita del 4% e si stima un ulteriore rialzo del 6% per il primo semestre 2019. Gli unici canali con lievi rallentamenti sono stati quelli della vendita diretta (-2%), farmacia (-1%) ed erboristerie (+0,2%).
L’Italia rappresenta il quarto sistema economico della cosmetica dopo Germania, Francia e Regno Unito con 35 mila occupati che salgono a 200 mila con l’indotto.
Le previsioni per l’anno in corso indicano un’ulteriore crescita del 2,6% del mercato italiano.

COSA SUCCEDE, COSA SUCCEDERÀ

V+ ha sempre seguito con grande attenzione le opportunità e i trend della bellezza:
oggi ne parla in esclusiva con Afsoon Neginy, già General Director Beautyge Italia (gruppo Revlon), ora consulente di aziende con il suo brand.

Quali sono oggi i trend più importanti che influenzano il settore della cosmetica? Ci racconta gli scenari che condizionano in qualche modo il sotto settore?

Innanzitutto, da sempre il nostro settore ha influenzato ed è stato influenzato dai cambiamenti di altri due settori molto vicini: uno è il mondo del fashion, della moda e design e l’altro è il settore alimentare, in particolare il segmento degli integratori.
Il primo è stato ed è il driver di maggiore definizione dei trend soprattutto per la cosmetica decorativa, cioè make-up, nail e tattoo e la cosmetica di apparenza e di immagine.
Sappiamo che da sempre la proposta di moda, a ogni cambio stagione, porta anche nel make-up una palette di nuove sfumature nell’ambito del trucco. Le cosiddette “collezioni moda” nel make-up talvolta vanno di pari passo con le proposte stagionali degli abiti. Oltre alla proposta colore si aggiunge anche l’impronta e l’influenza che possono portare i tessuti sulle emulsioni o sulle polveri micronizzate di ombretti, fard e ciprie. Così se i tessuti degli abiti sono lisci, vellutati o setosi o invece goffrati e lavorati, anche le texture delle polveri e delle emulsioni saranno più setose e vellutate o avranno un aspetto più plissettato o goffrato.
Diverso è invece il mondo dello skin care e dell'hair care, caratterizzati da moltissimi ingredienti che arrivano direttamente dal settore food e degli integratori. Talvolta questi ingredienti sono presi tali e quali, mentre in altri casi vengono isolati come principi funzionali.

Insomma se per il make-up si parla non a caso di trucco, nei prodotti di trattamento c’è un concetto di nutrimento…
In questi casi la promessa implicita è: “se si mangia sano, e se quello che si mangia fa bene all’organismo, lo stesso alimento o i suoi principi attivi faranno altrettanto bene alla pelle o ai capelli, se applicati esternamente”.
Quindi vitamine, oligoelementi, enzimi, estratti di erbe, oli e oli essenziali, omega3 e fosfolipidi, abitualmente consumati in una dieta sana ed equilibrata, possono essere utilizzati anche in maschere, creme, sieri, lozioni e tonici per la pelle e per il cuoio capelluto.
Oggi mangiamo in maniera più consapevole rispetto al passato. Il trend biologico, arrivato prima nell’alimentare, sta influenzando in maniera significativa anche la cosmetica; quindi come evitiamo il cibo che contiene pesticidi o farmaci, ci preoccupiamo e vogliamo essere certi che i cosmetici che applichiamo sul viso o sul corpo non contengano derivati animali non controllati, estratti di erbe con residui di pesticidi, derivati del petrolio o siliconi… C'è molta confusione al riguardo, e si pensa che tutto quello che è naturale faccia bene e tutto quello che è sintetico sia nocivo. Insomma spesso si butta con l'acqua sporca anche il bambino, senza pensare che alla base del progresso ci sono scienza e tecnologia.

Quindi il primo mega trend è la cosmesi naturale?
Sì: la green beauty, il trend naturale, è il più importante. Non è un micro trend o un trend passeggero, ma qualcosa di più duraturo e radicale che è in linea con il nuovo modo di pensare consapevole del consumatore di oggi.
La green beauty è un settore in forte crescita che, secondo Kline e Company, ha un valore globale di oltre 13 miliardi di dollari. In Italia è ancora relativamente piccolo: secondo Cosmetica Italia fattura circa 400 milioni su un totale di 9,4 miliardi di fatturato dei prodotti cosmetici, e cresce con un ritmo del 7%. Tutto ciò che è green, naturale o bio viene inserito nello stesso macro trend, anche se ovviamente c’è una grande differenza tra il naturale e il biologico: solo in quest'ultimo gli ingredienti provengono da coltivazioni certificate in cui non si usano pesticidi.



Ecco, facciamo chiarezza su un punto importante: perché si dice che non sempre i cosmetici bio sono realmente biologici?
Siamo in assenza di una normativa specifica che li regolamenti, e quindi andiamo per ora con autodichiarazioni da parte delle aziende o certificazioni di enti più o meno riconosciuti. Se non ci sono normative chiare e precise, si lascia spazio all'interpretazione: ad esempio la quantità di ingredienti naturali e di origine biologica può variare da un minimo del 10% fino ad arrivare al 90% o al 95%.
Esiste poi un’altra categoria di prodotti che possiamo associare al macro trend green, ovvero i prodotti eco-sostenibili: in questo caso diventano rilevanti non solo gli ingredienti usati nelle formulazioni, ma anche il ciclo di produzione e le materie utilizzate nel packaging.

Ma come si capisce che un cosmetico è ecosostenibile?
Anche qui non c’è un metodo di controllo. Con il concetto di sostenibilità parliamo di prodotti che hanno un basso impatto ambientale, ad esempio prodotti che nel ciclo di lavorazione inquinano meno, producono una bassa quantità di anidride carbonica e hanno pochi scarti di lavorazione. In genere questi cosmetici non usano tensioattivi, siliconi, oli minerali e adottano estratti naturali, vegetali o biologici. Il concetto è quello della circolarità e del riutilizzo di ciò che resta, ovvero quello che viene scartato in un ambito può essere usato in un altro: ad esempio i noccioli di albicocca e di pesca, scarti dell’industria alimentare, possono essere usati nelle creme e nelle maschere cosmetiche come esfolianti.

Fin qui abbiamo parlato del cosmetico come contenuto, ma il trend comprende ovviamente anche il contenitore… o no?
Ci deve essere anche molta attenzione al packaging, e non solo in senso estetico: per parlare di sostenibilità, dobbiamo pensare a cosmetici senza astucci o con astucci poco ingombranti magari fatti con il cartone o il cartone riciclato o addirittura la carta certificata FSC. Eco sostenibilità vuol dire non usare o usare in maniera limitata la carta bianca, perché il processo industriale per ottenerla prevede un altissimo consumo di energia, di acqua e di cloro che è altamente inquinante: si preferisce quindi carta scura o carta bianca sbiancata con l’ossigeno. Se invece si usa carta riciclata, significa che la carta proviene dal macero di carta della raccolta differenziata, e quindi nuovamente siamo dentro la circolarità dei consumi.

Parliamo di altri trend: cosa avrà impatto domani e dopodomani?
Stiamo assistendo negli ultimi tempi a un altro trend importante, quello dei cosmetici che favoriscono e rispettano la composizione della flora batterica cutanea, il cosiddetto microbioma: in questo caso il tema è la protezione. Molte persone ingeriscono quotidianamente i probiotici per aiutare l'intestino a funzionare meglio. I probiotici sono batteri che rafforzano il sistema immunitario e proteggono l'apparato digerente: studi scientifici hanno scoperto che sono molto utili anche alla pelle, rallentano l'invecchiamento cutaneo e migliorano l'acne e le irritazioni.

Sembra che il tema della protezione sia veramente dominante. Qualche anno fa sono partite le campagne di sensibilizzazione contro i danni dei raggi UV, e oggi non sono solo i prodotti solari ad avere alti fattori SPF, ma anche i cosmetici quotidiani. La protezione dall’ambiente sarà un prossimo nuovo trend?
Sì, in effetti: ora parliamo di protezione contro l’inquinamento dai raggi blu, il cosiddetto digital ageing trend. Qualcuno chiama questi prodotti “selfie cosmetici” perché la promessa in questo caso è la protezione contro i danni progressivi causati dai raggi emessi dai telefonini e dai vari device.

Raggi che – forse, ahimè, ce ne accorgiamo tardi – stanno avendo effetti visibili anche sulle nostre facce…
La luce elettrica in generale ha molto turbato il nostro ritmo circadiano naturale. Trascorriamo molte ore esposti alla luce, e ora non solo a quella delle lampade, ma anche a quella degli smartphone e dei pc che, essendo retro-illuminati, hanno maggiore componente blu e ultravioletta. Parliamo degli Hev (High energy visibile light) che vengono emessi dai nostri device, ma non producendo calore non vengono percepiti, come capita invece con i raggi del sole. Purtroppo però anche gli Hev i accelerano i processi di invecchiamento cellulare e cutaneo (oltre che essere responsabili di alterazioni del sonno che lasciano segni sulle nostre performance della giornata e, nel tempo, sul nostro viso). Per proteggere la pelle dall’azione degli Hev, si utilizzano combinazioni di antiossidanti, dalla vitamina E e vitamina C in forma stabilizzata fino all’uso di vitamina A, acido lipoico, coenzima q10 e acido ferulico.

In un mercato ormai multietnico si parla sempre più anche di cosmetici Halal, cioè formulati con criteri per rispettare le regole islamiche. Un trend che riguarda solo il Medio Oriente e i Paesi musulmani?
Nascono inizialmente per le donne musulmane, ma oggi questo tipo di trend diventa importante e non di solo appannaggio del mondo islamico, perché di fatto quando un cosmetico è Halal non fa ricorso a ingredienti di origine animale, è cruelty free e diventa molto accattivante anche per i consumatori attenti e per i vegani.

Di cosa ci siamo dimenticate? Qualche altra novità?
Possiamo elencare alcuni trend che ritengo essere passeggeri e legati alla moda, ad esempio nel make-up il trend che viene dagli Usa del viso da Barbie, luminoso con effetto porcellana, insieme alle ciglia 4D e le unghie super decorate.
C’è poi un trend trasversale che riguarda le formulazioni: oggi si preferiscono cosmetici di consistenza liquida o semiliquida con texture morbida, trasparente o lucida specchiata.

Uno… “specchio dei tempi”?
Possiamo dire così! Viviamo in una economia e in una società post moderne, un’epoca che Bauman ha proprio definito come “liquida”. In questa società il protagonista non è più il produttore ma il consumatore, perennemente alla ricerca di nuove sensazioni ed emozioni. Siamo convinti, dice Bauman, che “il cambiamento è l'unica cosa permanente e l'incertezza è l'unica certezza”.

Insomma tutto si dissolve, tutto è in continuo divenire, senza contorni nitidi o ingabbiati. Ma resta l’apparenza come valore e desiderio. La cosmetologia è anche un po’ sociologia.