Mondo V+


Maria Bietolini Maria Bietolini

Dal volume N° 74

Cervelli in saldo: ti senti anche tu come un vinile?


V+ ha un sito antistorico, a cui, dopo anni d’odio, mi sto affezionando.

È vero: coi maledetti smartphone non va tanto d’accordo – e in fondo neanche il formato in pdf del magazine. Però V+ è sul pezzo, con news, pillole e contenuti svelti via social; solo che nasce e piace come progetto di approfondimento, un collettore di visioni e buone pratiche da leggere e da applicare, non l’ennesimo contenuto-fotocopia da spippolare.

I lettori “storici” apprezzano la sua forma e la cura anche visiva data ai contenuti (boomer o non boomer: in parecchi stampano gli articoli preferiti per “studiarli” meglio – e la nostalgia per l’edizione di carta resta cocente).
Negli ultimi mesi, dialogando, in gruppi social ho scoperto che tanti nuovi lettori vengono dal mondo digital, e sembra un paradosso, anche qui “che peccato non siate di carta” (ma forse paradosso non è: tutti parlano di tavolette e memo virtuali, poi non vedo mai tante Moleskine sui tavoli come negli incontri fra professionisti del web).

Insomma: in redazione ci sentiamo come dei vinili, di nicchia ma grandi.
Quindi tutto bene? Certo che no.
Allo scoppio della pandemia abbiamo creato numeri speciali gratuiti, come contributo allo scambio di opinioni e per offrire strumenti per resistere e reagire.
La diffusione è stata una bella ricompensa e V+ è rimasto gratuito: un canale media per portare tasselli di valore professionale alle aziende, e offrire valore alle PMI che lo meritano – anche in termini di spazio, di storie.
Abbiamo creato nuovi progetti e contenuti, vedi le monografie per la formazione e ora anche un bel libro per la crescita personale e professionale.
Abbiamo rafforzato accordi e acceso nuove alleanze.


Ci sentiamo dire “vogliamo essere su V+, è un vero magazine, di qualità” dagli stessi che “naturalmente gratis, il budget media è per la carta” (parlo di pubblicità, ma non sorprende che tanti paghino tanto per apparire su alcune copertine…).
Trovo bizzarro che all’alba del 2022 imprenditori e consulenti ancora diano più valore al contenitore che al contenuto, o reputino che la propria immagine personale e aziendale passi da qualche post a caso (il cugggino vive e lotta nelle PMI!) alla testata-megafono fatta di sole citazioni.


Lo ammetto: sono interdetta, ma anche invidiosa. Vorrei sapermi vendere – o svendere.
Dopo quasi dieci anni di testarda tenacia sulla qualità e i contenuti, tutta la redazione vorrebbe provare l’ebbrezza del lavoro facile.
Poi, tutti in vacanza premio.

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