"MI CHIAMO AVA E SONO UN OLOGRAMMA"
Il futuro del customer service si chiama Ava, sorride come la migliore delle personal assistant ed è un ologramma. Ne sentiamo parlare dal 2012, quando airportOne installava in tre aeroporti americani – Newark Liberty, LaGuardia e John F. Kennedy – le prime assistenti virtuali programmate da una compagnia della Florida, la Airus Media Inc., per rispondere alle domande dei passeggeri. Si parlava di almeno altri 50 ologrammi da installare nei mesi successivi nelle aree retail degli aeroporti di tutti gli Stati Uniti.
Da quel momento il loro utilizzo si sta diffondendo. Dei prototipi sono in lavorazione per musei, centri congressi, stazioni di treni e metropolitane, ospedali e, ovviamente, centri commerciali e negozi, sotto forma di manichini che aggiornano sulle tendenze della moda. Uno degli ultimi esperimenti è stato fatto, in agosto, nel quartiere londinese di Brent, dove è stata scelta una receptionist olografica per gestire i clienti del centro di noleggio civico. L’hanno chiamata Shanice. Uno schermo touch per i visitatori e le loro curiosità; nessun peggioramento del servizio; taglio dei costi (17 mila sterline all’anno, si è calcolato, se Shanice sostituisse un lavoratore “tradizionale”).
Il punto di forza degli Advanced virtual assistant, sottolineano gli inventori, è proprio questo: le aziende, i punti vendita e qualsiasi tipo di struttura aperta al pubblico possono ridurre le spese di assunzione e di formazione del personale. Gli ologrammi “lavorano” 24 ore su 24, sette giorni su sette; non chiedono straordinari, non si ammalano e non c’è bisogno di indagare sul loro passato – aspetto più volte ribadito nelle presentazioni. E non mancheranno delle migliorie, come il riconoscimento vocale, grazie al quale in futuro il cliente sarà in grado di fare una domanda agli Ava e ricevere una risposta in diretta.
Com’è intuibile, vi sono sostenitori e detrattori: i primi enfatizzano l’utilità degli assistenti virtuali; i secondi rivendicano l’importanza del rapporto umano tra venditore e cliente.
Crediti immagine: www.prweb.com