Storytelling? Niente storie!
LE STORIE SONO IN NOI, LE STORIE SIAMO NOI:
IL MARKETING OGGI È RACCONTO – DAL CV ALLE PMI
È finita l’epoca in cui si utilizzava la pubblicità per raccontare una storia. Oggi la storia bisogna viverla. (Seth Godin, Il marketing racconta storie)
Storytelling è solo, e semplicemente, raccontare storie? Molti, equivocando, pensano di sì. Ma allora parleremmo di “telling stories”, mentre il termine “storytelling” è più affine al raccontare attraverso storie o alla modalità delle storie. Si tratta, quindi, di narrazione – che può essere applicata anche agli eventi, alla crescita, alla personalità di un’impresa. Alla sua vita.
In questo senso, ogni azienda e ogni brand trarrebbero benefici dallo sviluppo di una narrazione d’impresa complementare alla comunicazione classica.
Perché il racconto non sostituisce una campagna pubblicitaria o una presentazione commerciale, ma lo integra e accompagna, lavorando su una costruzione d’immagine e una relazione empatica più credibili, calde e profonde. E anche, perché no, fornendo nuove argomentazioni e un nuovo approccio nel linguaggio e nei contenuti.
“Ma allora è una cosa per i grandi, per chi ha grandi budget?” Molti, equivocando ancora, pensano sia così. Invece costruire, applicare, immergersi in una narrazione d’impresa significa anche condividere storie, valori, metodi, successi e sogni, in prima battuta all’interno dell’azienda, in modo che tutti conoscano e “vivano” la storia a cui partecipano ogni giorno, e sia facile e naturale esserne testimoni attivi. E poi, certo, bisogna raccontarsi all’esterno, ma non è detto servano “filmoni” di grandi registi o scrittori prestanome.
La narrazione d’impresa si sviluppa dal modo di impostare e scrivere il sito alla brochure per le fiere, su un blog e sui social, attraverso il modo di raccontarsi nelle interviste e di parlare nelle convention. Anche il modo in cui si presenta ai clienti è un tassello della narrazione, e perfino il modo in cui si scrivono le email ai clienti.
LA PAROLA A SETH GODIN
Un fatto positivo: il marketing autentico, che stabilisce una reale comunicazione fra uomo e uomo, è estremamente efficace. Raccontare una storia autentica, creare un bene o un servizio che corrisponda a ciò che si racconta, produce benefici per chi vende e per chi acquista.
Una storia efficace e autentica, con effetti collaterali minimi, costruisce un marchio (e un’attività) che dura nel tempo.
Ricordo che anni fa un cliente contestò una frase che avevo scritto in chiusura di un annuncio, tipo “… e in caso di problemi, una voce sorridente vi risponderà dalle 9 alle 19”.
Una voce come può essere sorridente? L’allora direttore creativo gli dimostrò, recitando un po’, che dal tono della voce si capisce subito se chi ci parla è attento e motivato, o malmostoso o semplicemente “una macchinetta”. Se rispondi “Pronto, come posso aiutarla?” sorridendo davvero, hai già ridotto il tasso di ansia o incacchiatura dell’interlocutore; di più, fai immaginare che il clima da cui arriva la risposta sia sereno, positivo. Hai aperto una porta. Stai già coinvolgendo qualcuno in un tassello del racconto.
LA PAROLA A SETH GODIN
“Qual è la tua storia?” È questo che gli altri vogliono sapere. Vogliono che il vostro curriculum, il packaging, la candidatura, gli annunci pubblicitari e il customer service raccontino una storia.
La sfida è chiara. Dovete avere una storia autentica e coerente, caratterizzata secondo la visione del mondo della persona a cui la raccontate. Deve essere una storia solida, onesta e trasparente, che dovete essere pronti a vivere in prima persona.
Non c’è dubbio, il marketing racconta storie. Ma quello di successo sa proporci onestamente una storia in cui vogliamo credere e che vogliamo condividere.
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