No a Photoshop: e le vendite salgono
All’inizio del 2014 American Eagle lancia la nuova linea del suo famoso marchio di lingerie Aerie con una precisazione: verrà bandito Photoshop da qualsiasi campagna pubblicitaria. Niente ritocchi, quindi: tatuaggi, imperfezioni (e “maniglie dell’amore”) delle modelle resteranno così come sono nei cataloghi. Ciò affinché ogni cliente possa scegliere la modella con la fisicità più simile alla sua per vedere l’effettiva vestibilità di un reggiseno o di una canottiera.
La lotta agli stereotipi nel mercato della moda e della bellezza non è una novità: nel 2004 Dove dichiarava di usare donne “normali” al posto di modelle professioniste, e la vendita dei prodotti del marchio registrò un aumento del 20%; di recente l’attrice Keira Knightley ha annunciato di voler posare in topless solo se il suo decolté minimal non viene modificato al computer, e così altre colleghe si sono dette a favore di un’immagine più vicina alle forme di madre natura. E adesso American Eagle, che ha visto calare le vendite nel secondo quadrimestre 2014 del 7%, contro l’aumento delle vendite Aerie del 9%.
Non è ancora chiaro quanto questa proposta “Photoshop-free” abbia influito commercialmente; di sicuro offrire alle clienti corpi troppo filiformi e fianchi irraggiungibili può contribuire ad abbassare l’autostima e ad allontanarle dal marchio. Rifiutare un brand che vende solo taglie 38 non è poi così criticabile.