I soldi non puzzano
Parlare di soldi non è elegante? Nel business non può essere così.
Tralasciando come, nella trattativa con il cliente, il prezzo sia una parte fondamentale da discutere (checché ne dicano), c’è una battuta nella serie tv Mad Men (ambientata in un’agenzia pubblicitaria degli anni Sessanta) che riassume la questione: un creativo viene promosso a capo della divisione, e, prima di uscire, non si fa tanti scrupoli:
«Non sarei un buon neo manager se non chiedessi a quanto ammonta il mio stipendio».
E il socio dell’agenzia risponde:
«Non sarei un buon amministratore, se non avessi la risposta».
Nel lavoro, e soprattutto all’inizio di un nuovo lavoro, concordare la remunerazione e “sviscerarne” tutti gli scenari (possibilità di aumenti, benefit…) è basilare. Si inizia un nuovo progetto? L’offerta economica è firmata e approvata nero su bianco? Tutti i soggetti coinvolti sono stati informati sul compenso? Ci sono dei dubbi? Sembra la fiera dell’ovvio, in realtà leggiamo ancora notizie come la seguente: Candidata chiede quant’è il compenso: le cancellano il colloquio.
È successo in Canada: la ragazza aveva una posizione aperta di grafico/designer in un’azienda di consegne a domicilio. Dopo aver ricevuto risposta all’invio del curriculum e aver superato un primo colloquio telefonico, era in attesa dell’incontro di persona con la responsabile Risorse umane. Chiede via email a quanto ammonterebbe il suo stipendio. La responsabile le risponde che l’azienda non sta cercando persone interessate a guadagnare, ma a lavorare sodo. Il colloquio non ci sarà più. La ragazza rende pubblico il tutto su Twitter. L’azienda si scusa e fissa di nuovo l’incontro.
Il tempismo della candidata era giusto? È un’informazione da chiedere via email? Le modalità, forse, non sono state perfette; ma la risposta della responsabile, neppure. Non si lavora gratis e lo sappiamo; e non bisogna biasimare se, tra le cose che fanno scegliere a un candidato la nostra azienda oppure no, ci sia anche lo stipendio. Cioè, basta con il tabù del “denaro che puzza”. Basta con i pudori. Mettiamo le carte in tavola sempre, sia che siamo professionisti e vogliamo stabilire il prezzo del nostro lavoro, sia che siamo alla ricerca di personale. Il denaro è una parte fondamentale del business. Non sarebbe business, altrimenti.