Pillole


Valeria Tonella Valeria Tonella

Dal volume N° 61

E se il telefono tornasse a essere "solo" un telefono?

Non so voi: io mi trovo davanti sempre più adulti che smanettano al cellulare in ogni occasione – adulti, in contrapposizione ai “gggiovani” che di solito sono i primi accusati di dipendenza da smartphone.

Anche se eliminiamo le app in eccesso e ci costringiamo, magari durante una cena fra amici, a non fare più scrolling compulsivo, il telefonino resta ancora una distrazione potente… e a volte pericolosa. Perché continuiamo a sentire il bisogno di guardarlo anche mentre siamo fermi a un semaforo? O peggio, mentre guidiamo? Perché è ancora la prima cosa su cui ci concentriamo appena svegli? E, domanda delle domande, perché rimaniamo dentro a gruppi Whatsapp nei quali non scriviamo andando a controllare tutte le notifiche? E non ditemi che questa è “roba da ragazzini”: lo facciamo anche noi “grandi”! E noi “grandi” accettiamo spesso di pagare piani tariffari mensili con un numero infinito di giga che non useremo in una vita, ma… non si sa mai. Ho visto scene di persone con cellulare scarico che Shining levati.

È tempo di attuare un piano serio di disintossicazione digitale. Magari per un periodo, per ridurre il tempo che passiamo incollati allo schermo, poi possiamo sempre tornare indietro. Anche qui vi consiglio un libro: Minimalismo digitale di Cal Newport. “Durante le conversazioni sulla vita digitale moderna mi capitava spesso di sentire l’espressione ‘esaurimento’. Nessuna app e nessun sito web apparivano negativi se presi isolatamente. La questione era l’impatto generale del trovarci circondati da così tanti diversi gingilli luccicanti che richiamano con insistenza la nostra attenzione”. In pratica, bisognerebbe che lo smartphone tornasse al suo scopo originale: avere delle funzioni. Non deve riempirci il tempo, né le conversazioni. Deve fare cose. Molti stanno tornando ai vecchi telefoni “stile Motorola” per chiamare e messaggiare. Altri ancora tolgono la connessione dati e vanno su internet solo quando trovano un wi-fi, magari alla sera, quando tornano a casa, limitando così gli accessi nei momenti morti. Altri ancora usano WhatsApp solo su pc, per non averlo sempre a portato di mano, letteralmente.

Sono soluzioni definitive e valide per tutti? Ovviamente, no. Ma servono degli obiettivi: puntare a un controllo meno automatico delle notifiche; sentirsi meno legati, fisicamente proprio, al telefono; ridurre lo scrolling improduttivo. E perché no, resistere un’intera cena senza guardare Facebook o Instagram. Ce la possiamo fare?