Il giustiziere o l'apostolo: tipi di cliente che trovi quasi ovunque
“Per capire com’è fatta una persona, non bisogna portarla dallo psicologo, ma dal pizzicagnolo”.
È il protagonista del libro Un calcio in bocca fa miracoli di Marco Presta che racconta dell’amico Armando, proprietario di un negozio di alimentari.
“Davanti al pizzicagnolo, ognuno si comporta secondo la propria natura, inevitabilmente”.
Quanti tipi di clienti esistono?
“C’è l’ecumenico da banco che ostenta una certa intimità con il titolare”, per immunizzarsi dalle fregature. Frase tipica: “Lo so che lì dietro hai qualche prosciutto stantio, e che devi vendere pure quello, però dalli agli altri. Io ti voglio bene”.
Poi c’è il “giustiziere degli affettati”. Scopo nella vita: “tenere sotto pressione il pizzicagnolo”. Frase tipica: “Guarda che mentre tagli la finocchiona, ti tengo d’occhio. Se rubi sul peso, ti faccio rimpiangere di essere nato”.
Il “cecchino dell’etto e mezzo” è più esigente sulla quantità che sulla qualità. Sulla qualità accetta compromessi, ma non fregarlo sul “quanto”.
L’”apostolo del pizzicagnolo”, invece, è “assetato di sapere, di capire perché la bufala si conserva nel siero, quali sono le insidie dei polifosfati, quanto può essere conservata la ricotta salata, tutte cose di cui allo stesso pizzicagnolo non frega assolutamente niente”.
Infine ci sono i clienti più semplici: quello che si affida completamente al pizzicagnolo e –“l’avventore che entra nelle ore morte e compra in fretta e furia, come se fare la spesa fosse illegale”.
Ora. Voi che non siete pizzicagnoli (o magari lo siete!) avete incontrato questi “tipi” nel vostro lavoro? Pensateci su. Secondo noi, sì.