Sporco lavoro, questi social
LA "MORTE APPARENTE": UN FENOMENO DIFFUSO TRA LE PAGINE AZIENDALI. MA LA SOLUZIONE ESISTE (ANZI, LE SOLUZIONI)
In un recente articolo la società americana KissMetrics analizza un fenomeno "scomodo": sui social, molto spesso, le pagine aziendali sembrano morire lentamente. Zero interazione con gli utenti. Zero creatività. Zero ispirazione. Niente. Zero. Come se la pagina non avesse più ragione di esistere.
Cosa fare?
Kissmetrics dà cinque consigli.
Primo: non seppellire subito e definitivamente la tua pagina. Il fenomeno della "morte apparente" è frequente sui social. Quello che inizia con una sferzata di contenuti e commenti può deviare in una sfacchinata e in un bel carico di delusione. "Bello e splendete" si trasforma in "triste e noioso".
Chi però gestisce una pagina social aziendale non deve smettere di farlo, perché potrebbe essere una liberazione, a livello personale, ma un disastro per il business. Insomma, non tutto è perduto. E ne abbiamo le prove. Una ricerca di MarketingProfs ha dimostrato che molte aziende usano i social network come prima strategia per creare seguaci. E il loro successo è riconducibile, in parte, ai loro sforzi virtuali e "sociali". La maggioranza delle 500 migliori imprese secondo Fortune sta usando Facebook, Twitter e Youtube, e il ricorso a Instagram e Google Plus è in crescita. In America l'attività sui social è ancora l'attività online numero uno. E poi consideriamo che il canale che stiamo analizzando è di quelli che difficilmente gli internauti mollano per più di tre ore (complici gli smartphone sempre alla mano, come dimostra Fast Company).
Secondo: misura il successo o l'insuccesso della tua pagina aziendale. Quando la tua attività sui social sta smettendo di dare segni vitali, è il momento - se non lo hai mai fatto - di tenere traccia di quei segni. Hootsuite, Buffer... sono tanti i sistemi di "tracking". Presta attenzione a questi numeri, perché ti mostreranno il livello di inefficienza (mortale) della tua pagina, ma anche come riportarla alla vita. Che cosa misurare? Lo consiglia Zeald.com: il traffico dei visitatori; il numero di fan/follower/membri, ecc.; la quantità di commenti; la qualità dei commenti; la posizione sui motori di ricerca; i lead generati. Compilare un report mensile è un buon punto di partenza. Segui l'evoluzione mese dopo mese, per capire cosa cambia. Se una cosa funziona, ripetila. Altrimenti, cestinala.
Terzo: comincia ad ascoltare. Devi sempre essere aggiornato su quello che si dice su di te online ed essere pronto a rispondere. Se ti limiti a postare o a twittare, non avrai riscontri, e il tuo lavoro sarà inutile. Si parla spesso di "coinvolgimento" e di "interazione" nel contesto social, ma sono azioni che implicano un processo a due direzioni: tu dici qualcosa e ci deve essere un ritorno. Questo processo si attiva solo ascoltando quello che i fan e i follower hanno da esprimere. Ascoltare, e ascoltare per davvero, porta a una serie di benefici: incremento della lealtà degli utenti; incremento del loro coinvolgimento; miglioramento della qualità della tua "voce" aziendale; maggiore efficacia nella gestione delle lamentele; raccolta di informazioni utili; incremento del livello di interesse che gli utenti potranno nutrire verso di te. Quindi, orecchie aperte.
Quarto: crea una campagna. C'è il pregiudizio diffuso, nelle aziende, che "essere sui social media" significhi pubblicare tre volte al giorno su Twitter, due su Facebook, una su Google Plus, e usare immagini. Fine. Questo, però, non è "essere sui social", è "postare sui social". Che va bene, ma non è abbastanza strategico. Per essere strategico, bisogna creare una campagna. Non è semplicissimo: si può iniziare lanciando un contest o una lotteria a premi. Sì, avrai un costo, ma anche dei risultati. Soprattutto devi darti degli obiettivi, che non vuol dire "voglio riportare in vita la mia pagina su Facebook", ma "voglio aumentare del 100% l'interazione degli utenti su Twitter", "voglio arrivare ai 3 mila mi piace su Facebook", "voglio aumentare il numero degli iscritti alla newsletter del 150%", "voglio arrivare alle mille cerchie su Google Plus". Sulla base di questi obiettivi numerici, puoi formare la tua campagna. Anche qui, ci sono strumenti che offrono questo servizio: WooBox o Marketo. Potrai tenere d'occhio le nuove iscrizioni, misurare l'andamento della campagna, distribuire i costi. Amazon propone un sacco di contest: si vincono gift card fino a 500 dollari. Altre aziende fanno sì che gli utenti possano provare a vincere solo ritwittando o mettendo "mi piace": è un modo molto immediato per richiamare utenti.
Quinto e ultimo consiglio: fa' in modo che i tuoi obiettivi social e i tuoi obiettivi di business siano allineati. I social non sono un'entità separata dalle altre attività che si fanno in azienda né dai risultati commerciali. Pensiamo a quali ai più comuni risultati commerciali che un'aziende insegue: diventare un brand di fiducia; aumentare il coinvolgimento dei clienti; aumentare le visite del sito aziendale; aumentare il grado di conversazione con i clienti. Non forse gli stessi obiettivi che un'azienda può realizzare attraverso i social? Devi abituarti a inserire i social al cuore delle tue strategie, altrimenti è meglio che non li usi affatto.
P.S. Non gettare la spugna. Forse vedi i social come uno "sporco lavoro", ma è errato pensare "bisogna pure che qualcuno lo faccia". Non è la mentalità giusta. Piuttosto bùttati nella mischia, sempre con serietà, convinto che i risultati arriveranno. E arriveranno.