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Laura Piloni Laura Piloni

Dal volume N° 26

Una parola "sporca"

Ho provato a chiedere a conoscenti, che svolgono attività diverse, di associare una parola o un pensiero a “venditore”. Le risposte ricorrenti sono state: “uno che vende a tutti i costi” e “venditore di fumo”. Ho pensato: preconcetti e pregiudizi. Ho chiesto la stessa cosa a colleghe che fanno da tempo e bene questo lavoro e no, neanche a loro piace la parola venditore. Ho pensato: preconcetti e pregiudizi? Infine ho chiesto a mio nipote di sedici anni, che ha immediatamente associato la parola “truffatore”. Gli ho fatto notare che anch’io sono un venditore e la sua risposta è stata “Lo so, ma tu ti fai chiamare consulente”.

C’è poco da girarci intorno: nell’immaginario collettivo il venditore non è proprio quel che si dice un galantuomo. Le parole sono piene di significato, e, se si sporcano, poi è difficile, forse impossibile, ripulirle e riabilitarle. E anch’io che faccio questo lavoro con passione, preferisco farmi chiamare consulente.

Pensandoci, però, anche la “pettinatrice” che mi tagliava i capelli da piccola ora ha sull’insegna “hair stylist” e, anche se non la frequento più, so per certo che continua a pettinare. E la bottega del prestinaio è diventata la “boutique del pane”.

Forse è arrivato il momento di cambiare, avendo cura di mantenere pulito il termine nuovo che sceglieremo.