Se lavoro tanto, sono un figo
In Veneto, dove vivo, c’è la convinzione diffusa che chi lavora tanto sia… un figo. Non importa se poi l’idraulico arrivi in dicembre invece che ad agosto o che l’impiegato delle Poste ci metta mezz’ora per farti pagare un bollettino: “Eh, lavorano tanto. Abbi pazienza”.
No. Eh no. Lavorare tanto non è da fighi: è da disorganizzati.
Prendila con le pinze: non è sempre così, ma è spesso così. Se lavoriamo sempre molte ore, c’è qualcosa che non va. Non è umanamente possibile. Ovvio che, se il lavoro ti piace, se paga bene, diventa più facile e sensato lavorare tanto. Però bisogna vedere tutto nel giusto rapporto: intanto quanto sei produttivo. Quanto ci metti a finire un lavoro. Se rispetti le scadenze.
E poi quanto sacrifichi del resto? Non solo la famiglia, ma anche gli amici, l’attività fisica, gli hobby, i viaggi, la cultura (“Non leggo perché non ho tempo”), la cura del corpo…
Sono le cosiddette dimensioni della vita “autoteliche”, cioè quelle attività che hanno un senso o una bellezza nel momento in cui le viviamo. Che non hanno un scopo (economico). Le facciamo per noi.
Se le trascuriamo, perdiamo qualcosa come persone. Sono attività che contribuiscono alle nostre relazioni umane. E, cosa non trascurabile, contribuiscono alla nostra felicità.
«Lavorare troppo non è segno di equilibrio: abbiamo bisogno di diventare persone capaci di lavorare forte e bene, quando serve, e di dedicare sempre più tempo ad altro. È il cosiddetto “ozio creativo”: viaggiare, per avere punti di vista nuovi; leggere, per avere una cultura più ampia; parlare, per avere altre opinioni. Gli stimoli che riceviamo durante le ore di lavoro tendono a essere monocordi, a irrigidirci. Dobbiamo spendere brevi periodi a lavorare di più, ma non possono diventare la normalità» (Luca Foresti, Econopoly)
Ecco qualche consiglio per diventare più organizzati fin da subito.
1. Trovare subito le cose che ci servono (in casa o in ufficio) ci fa risparmiare tempo. È bene, quindi, sistemare gli oggetti nel luogo dove vengono usati (es. chiavi in ingresso, così le prendi prima di uscire) oppure raggruppare gli oggetti per tipo (es. i post-it nel primo cassetto della scrivania).
2. Quanto tempo ti prende un’attività? Se fai fatica a organizzarti, può anche essere perché i programmi vanno in fumo… un po’ alla volta, fai uno schema mentale di quanto durano i vari impegni, soprattutto se si ripetono.
3. Non trovi mai i file che salvi nel computer? Altra perdita di tempo. Dai ai documenti e alle cartelle dei nomi descrittivi, che ti aiutino nella ricerca.
4. Considera il desktop del tuo computer come un “posto” provvisorio e non definitivo dei tuoi file: trova loro una collocazione (dentro cartelle ben nominate) al più presto!
5. Se lavori o hai un’attività in gruppo, fai modo che siano tutti aggiornati con regolarità: puoi usare Whatsapp o dei programmi (in redazione, usiamo TeamUp). Comunica i cambiamenti e i progressi, per evitare di dover contattare le persone singolarmente e di sentirti dire “Eh, ma io non sapevo…”
6. Fai il back up, fai il back up, fai il back up. Quante volte abbiamo perso tempo alla ricerca di documenti perduti? Non servono grandi memorie esterne, ma almeno una, sì. E metti in agenda il trasferimento dei file più importanti. La frequenza sceglila tu.
7. Togli dallo smartphone le icone delle app che usi meno: sai quanto tempo passi a scorrerle ogni volta per trovare quella che ti serve?
8. Aggiorna il tuo curriculum con regolarità: quando ti servirà, dovrai solo ricontrollarlo e sarà pronto.
9. Non lasciare un’attività a metà: o comunque, cerca di finirla. Se la lasci in sospeso, corri il rischio di portartela avanti per troppo tempo.
10. Decidi che la mattina o per un tot di ore non guarderai i tuoi profili social. Sai che, in media, un utente sta su Facebook 14 ore al mese? (fonte: Vincos.it)