Guy Kawasaki: innovazione e comunicazione, non c'è l'una senza l'altra
LE AZIENDE INNOVATIVE
NON SOLO GENERANO PROFITTO:
MIGLIORANO LA VITA DELLE PERSONE (E COMUNICANO MOLTO, MOLTO BENE)
«Come state migliorando la vita delle persone?» Ve lo chiedete mai, anche in mezzo alle crisi? Ogni azienda dovrebbe avere una risposta chiara, e renderla chiara a tutti i dipendenti e i collaboratori: da qui parte (o riparte) qualsiasi azione voi intraprendiate.
Ne è assolutamente convinto non uno chiunque, ma Guy Kawasaki, manager e imprenditore, una carriera alle spalle in Apple, Google e altre società prestigiose. Un’icona, si può dire, del business come “vangelo”, cioè come “insieme di messaggi” che trasmettiamo al cliente. Pensate che nel mondo anglofono hanno coniato una job position: Kawasaki oggi è infatti Chief Evangelist di Canva, altra società iper conosciuta di design online australiana che sta avendo un incredibile successo di utenti e di fatturato.
Proprio come portavoce delle strategie più “smart”, quando si parla di sviluppo prodotti e innovazione, Kawasaki è intervenuto all’ultimo World Business Forum Milano di WOBI – e durante il suo speech abbiamo preso tanti, tantissimi appunti.
Non possiamo che iniziare l’anno con lui.
1.PROFITTO E SIGNIFICATO
Le società innovative producono profitto sì, ma prima creano significato. «Come state migliorando le vite delle persone? Apple si prefigge di rendere le persone più produttive; Google di informandole; Canva di democratire il design online». E tu?
«Le aziende veramente innovative sono quelle che creano significato. Non solo generano soldi, poiché il denaro è una conseguenza naturale della creazione di significato, ma migliorano anche la vita delle persone».
2.LA CURVA SUCCESSIVA
Bisogna andare alla curva successiva. Ovvero: «Bisogna andare al livello successivo». È una lezione che Kawasaki ha imparato direttamente da Steve Jobs. «Prendiamo le mappe: prima erano di carta (1.0), poi sono diventate digitali (2.0), poi crowdfunding (3.0), così si aggiornano di continuo. Le cose migliorano di continuo, di curva in curva, di livello in livello. Se la Kodak si fosse resa conto che il suo mercato non era quello dei prodotti chimici su pellicola, ma quello della conservazione dei ricordi, non avrebbe fallito». Ecco cosa si intende con “curva successiva”.
3.LO CHIEDIAMO AI CLIENTI? MMM…
«Chiedere ai clienti come andare alla curva successiva è fuorviante (e spesso frustrante!): loro vi diranno cosa stanno già ottenendo, al massimo a un prezzo inferiore. Non si può chiedere ai clienti attuali cosa ci sarà sulla prossima curva. Domandatevi: “Sulla base di ciò che so, cosa potrei creare?” E dovete già avere le risorse per la prossima curva. Per esempio, adesso che arriva il 5G quali tipi di applicazioni potranno offrire le piattaforme?» Altra lezione che Kawasaki ha ricevuto indovinate da chi? Sempre da Steve Jobs.
4.HAI MAI “LANCIATO I DADI”?
È un’espressione che Guy Kawasaki usa perché in inglese “dado” si traduce in “dice”; a questa parola Kawasaki ha aggiunto un’altra “e” alla fine, formando l’acronimo “dicee” che corrisponde a cinque parole (e cinque cose da fare):
• essere “deep”, pensare prodotti “profondi”, anticipando quello che le persone vogliono (senza per forza chiederglielo). «Cerchiamo le caratteristiche che possono essere incorporate nel prodotto o nel servizio offerto. Andiamo oltre».
• Essere “intelligent”, cioè capire il problema, essere brillanti (Kawasaki fa l’esempio dell’app Drive Safe and Save che monitora la guida contribuendo alla creazione di prodotti assicurativi su misura). «Offrire sicurezza e risparmio allo stesso tempo».
• Essere “complete”, e sei “completo” quando hai una comunità intorno, una infrastruttura. «Google non è solo Google: è anche Gmail, è Google Calendar, è Google Drive… Quali strumenti puoi aggiungere al tuo prodotto?»
• Essere “empowering”, ossia “potenziare”, ma anche “dare la responsabilità”, per rendere noi stessi ma anche gli altri più produttivi «e creativi», migliorando la vita di più persone;
• essere “elegant”, cioè belli nell’interfaccia, nel design. E qui, ovviamente, Kawasaki sente ancora l’eredità di Apple.
5.“DON’T WORRY, BE CRAPPY”
Tradotto: “Non preoccupatevi di fare schifo”. «I primi Macintosh – racconta – avevano schermi di nove pollici, in bianco e nero, e una memoria di 128k… insomma erano brutti e poco efficienti; ma li abbiamo messi sul mercato anche se non erano perfetti. I primi frigoriferi non erano assolutamente perfetti, neanche le prime stampanti laser di Apple lo erano. Tutte “schifezze rivoluzionarie”!». Il consiglio è: lancia sul mercato qualcosa che sia abbastanza innovativo ma che andrà perfezionato. Va bene guardare ai tuoi primi prodotti con un po’ di imbarazzo: non si produrrebbe mai niente, altrimenti! O comunque, mai abbastanza velocemente.
6. NON PIACERAI A TUTTI? PAZIENZA
Non abbiate paura di polarizzare le persone: alcune persone ameranno la vostra innovazione, altre la odieranno. Ma va bene. L’importante è che non vi ignorino.
7.BUONE NOTIZIE: PUOI CAMBIARE IDEA
Sì, i grandi innovatori cambiano idea. Kawasaki sottolinea che «se Apple non avesse accettato gli errori commessi sui primi iPhone, forse avrebbe fallito come Kodak». Cambiare idea è segno di coraggio e intelligenza.
8. VOLARE IN ALTO E A DESTRA
«È tutta una questione di posizionamento del brand. È un modello mentale per concentrarsi su ciò che stai cercando di ottenere, quale posizionamento del brand stai cercando».
In pratica quando parliamo della nostra società e dei nostri prodotti, dobbiamo far capire che siamo nell’angolo in alto a destra di un grafico dove sull’asse delle x c’è il valore e sull’asse delle y c’è l’unicità. Quindi vuol dire avere un prodotto unico e di grande valore. « È il luogo dove si crea qualcosa di unico e prezioso».
9.LA REGOLA DEI 100 FIORI
Lascia sbocciare cento fiori. «Molte volte persone che non ti aspetti finiranno per essere tuoi clienti oppure avrai clienti che useranno il tuo prodotto o servizio in un modo che non ti aspettavi. Devi sapere come adattarti a questi nuovi scenari che si verificheranno». Perché questo succeda, fai tanti tentativi, pianta tanti semi e stai a vedere a cosa porteranno.
10. PRODUCI, BABY, PRODUCI
«L’innovazione non è un singolo evento, un lancio di prodotto, una conferenza stampa, una conferenza online… è un processo». Sì, ci vogliono anni.
+1: Ignora le persone negative
Anzi, dato il periodo, ignora i negazionisti! Quelli che dicono di “no”. Quelle che non rischiano mai. Pensate all’ingegnere americano Ken Olsen che nel 1977 dichiarò “Non c’è ragione per cui qualcuno vorrà mai avere un computer a casa”. Pensate a come si senta adesso…