Trend
Come stiamo?
Qualcuno ha detto che l'economia è bella, quando la capisci. Vogliamo darvi, allora, alcuni numeri che ci dicono "come stiamo", "macroeconomicamente" parlando. Niente di troppo difficile, quel che basta per farsi un'idea e delle previsioni.
I dati (gennaio 2015) sono stati raccolti e presentati da Anes, l'Associazione nazionale dell'editoria periodica specializzata, di cui V+ è socio.
- Si prevede che il 2015 vedrà: il crollo del prezzo del petrolio (di almeno il 10%); la svalutazione del cambio dell'euro; l'accelerazione del commercio mondiale; la diminuzione dei tassi di interesse a lungo termine.
- Crescita stimata del Pil in Italia: +2,1% (nel 2016, +2,5%).
- Il contributo di Expo non sarà marginale.
- Crescita mondiale: non si ferma, anche se il ritmo è lento. Gli Usa continuano la loro espansione, al contrario dei Paesi emergenti (Brasile e Russia), della Cina e del Giappone, che mostrano delle difficoltà. L'India invece... accelera.
- Crollo del petrolio: oltre 2 mila miliardi di dollari saranno trasferiti dai Paesi esportatori agli importatori, la cui capacità di spesa è maggiore. In Italia il prezzo dei carburanti è già calato dell’8,6% a dicembre da luglio, quelli di gas ed elettricità (regolamentati) hanno appena iniziato a diminuire.
- Si stima che il Pil globale aumenterà dello 0,2%.
- Svalutazione dell’euro: il tasso di cambio effettivo nominale da maggio 2014 a fine gennaio 2015 è calato dell'8,3% (misure espansive della Banca centrale europa e debolezza dell'Eurozona).
- Il costo del denaro diminuisce. In Italia il tasso sul credito alle aziende, già diminuito negli ultimi mesi, può scendere di almeno altri 0,4 punti grazie alle nuove misure BCE, con risparmi sugli interessi per 3,2 miliardi di euro all’anno.
- Fiducia dei consumatori: nonostante la debolezza dell'Eurozona, i consumatori sembrano meno pessimisti (fiducia da -8,5 a -10,9).
- Grecia: la situazione del nuovo governo rende più difficile del previsto il negoziato sul programma in corso e sul rimborso degli aiuti ricevuti. Ciò creerà incertezza nei mercati finanziari. Un accordo appare tuttora l’esito più probabile e potrebbe dare una forte spinta verso politiche europee più espansive.
- Produzione industriale: in gennaio è aumentata dello 0,3%, dopo il +0,1% in dicembre (stime CSC).
- Occupazione: in novembre è calata di 48 mila unità, sommate alle 65 mila perse a ottobre (-0,2% rispetto al terzo trimestre 2014). Pare, però, che le imprese abbiano rinviato assunzioni al 2015, in vista dei cambiamenti normativi in atto e dei benefici contributivi appena introdotti. Se questa fosse la spiegazione, allora è prevedibile un’ulteriore flessione a dicembre, seguita da un rimbalzo nei primi mesi del 2015. Il tasso di disoccupazione ha toccato in novembre il massimo storico: 13,4% (+0,1 mensile).
- Esportazioni: in dicembre sono ripartite quelle italiane extra-UE. In ottobre-novembre l’export è aumentato dell’1,5% rispetto al terzo trimestre, grazie a maggiori vendite di beni di consumo (+1,6%), di investimento (+2,6%) ed energetici (+6,7%); giù, invece, quelle di semilavorati (-0,3%)In crescita l’import (+1,7%), segno di progressi nella domanda interna.
We'll see.