Stai sereno? Se proteggi il tuo reddito
L’ESIGENZA MONDIALE DI UN WELFARE PERSONALE
Ne abbiamo già parlato: l’invecchiamento della popolazione, contratti di lavoro sempre più flessibili e l’aumento del numero di persone con disabilità fanno crescere il bisogno di sistemi a protezione del reddito personale.
Nonostante il clima di incertezza globale, viene ancora sottovalutata la possibilità di perdere il proprio reddito da lavoro, ma c’è molto interesse a capirne (finalmente!) di più.
Una interessante ricerca svolta dal gruppo Zurich sulla Protezione Individuale del Reddito (IPG), svolta in 11 Paesi nel mondo su un campione di oltre 11 mila persone, consente di valutare i trend del problema e le possibili opportunità.
Nel mondo il rischio è sottostimato
Anche se in alcuni Paesi c’è una diversa cultura della previdenza (anche per via di sistemi di welfare decisamente non “universali” come, bene o male, il nostro), il rischio di perdere il reddito è tuttora sottovalutato:
• il 38% del campione ritiene che il fenomeno possa capitare solo nel 10% dei casi, mentre secondo le statistiche fino al 25% della forza lavoro potrebbe perdere la capacità lavorativa;
• ben 6 persone su 10 non sanno ancora come poter proteggere il proprio reddito,
• mentre 4 su 10 non hanno idea che esistano forme di assicurazione ad hoc.
CLIENTI POSSIBILI: IL 52%
Si rileva inoltre una domanda non soddisfatta di protezione assicurativa sul reddito. Ben il 52% degli intervistati che non ha sottoscritto una copertura è interessato all’acquisto di un prodotto assicurativo che tuteli il reddito – sia pur con sostanziali differenze tra i Paesi.
In generale, gli individui con redditi medi sono la classe più a rischio: le politiche di welfare dei governi sono rivolte sempre più alle categorie più deboli, che hanno redditi più bassi.
I lavoratori full time si assicurano molto più frequentemente. Con l’aumento di forme contrattuali occasionali e a tempo determinato, aumenta il numero dei lavoratori esposti al rischio di perdere il reddito.
In Italia la causa più frequente è il congedo di maternità, seguito dalla necessità di prestare cura a familiari. È proprio l’esperienza a giocare, in generale, un ruolo determinante: aver vissuto in prima persona o indirettamente l’esperienza di una perdita di reddito è cruciale nella decisione di attivare una forma di protezione. A una solida educazione finanziaria non è infatti connessa una maggiore attenzione al fenomeno.
Nel mondo il costo è sovrastimato
La ragione principale alla base di una mancata protezione rimane quella del costo: percepito come troppo alto.
REDDITO INVESTIBILE: IL 5%
In realtà, in media, gli intervistati sono disposti a pagare il 5% del reddito mensile, cioè una somma nettamente superiore al costo di un prodotto assicurativo a protezione del reddito.
Qui le indicazioni che arrivano dal campione sono rilevanti, in quanto il 50% degli intervistati (cioè un numero quasi pari a quello degli interessati a sottoscrivere una polizza) indica come fattori di freno – e quindi determinanti – la necessità di:
1. una maggiore trasparenza informativa;
2. una riduzione delle tariffe dei premi.
FOCUS TREND: LE AZIENDE
1. Il 13% degli intervistati beneficia di coperture a protezione del reddito offerte dalla propria azienda.
2. Su 10 persone intervistate, 6 preferirebbero un pacchetto di benefit a uno stipendio più elevato.
Gap di genere ancora esistono in circa metà dei Paesi intervistati e soprattutto negli stati in cui la domanda di protezione del reddito è più bassa. In media gli uomini si assicurano di più e nelle famiglie chi si assicura è solo il lavoratore da cui dipende il reddito familiare.
FOCUS SULL’ITALIA
Negli ultimi anni, a livello globale, e in particolare in Italia, si assiste a grandi cambiamenti nello scenario economico sociale.
NON È UN PAESE PER GIOVANI
1. Nel 2015 si è toccato il nuovo minimo storico dall’Unità d’Italia per le nascite: 15 mila nati in meno rispetto al 2014.
2. Il processo di senilizzazione della popolazione in atto ha fatto aumentare le percentuali di disabilità della popolazione italiana.
3. E non parliamo di quanto si sia ridotto l’intervento dello Stato sociale.
In Italia, nei prossimi quattro anni, mancheranno circa 90 miliardi per coprire le spesa sanitaria e i bisogni sociali. Ad aggravare una situazione caratterizzata anche da una prolungata crisi economica:
• l’incremento del tasso di disoccupazione, a quota 11,9% a fine 2016 (dato Istat, pubblicazione 9 gennaio 2017);
• la diffusione di forme contrattuali non coperte dal welfare sociale;
• l’allarme povertà.
Cresce la sfiducia verso il welfare tradizionale
L’Italia è tra i Paesi più pessimisti riguardo la fiducia nei confronti di interventi a sostegno delle famiglie da parte dello Stato: infatti 6 intervistati su 10 si aspettano una contrazione del sostegno pubblico nei prossimi cinque anni. A conferma del dato, il 65% degli intervistati è interessato a sottoscrivere una polizza a protezione del reddito.
Oltre il 50% degli intervistati sottovaluta invece il rischio di poter perdere il reddito a causa di una sopravvenuta perdita della capacità di lavorare.
Cresce la fiducia verso il welfare aziendale
Si registra a un ampio consenso verso misure di welfare aziendale: il 56% degli italiani preferirebbe un pacchetto di benefit con incluse coperture assicurative, rispetto a uno stipendio più elevato, trend che viene anche sostenuto dal governo: con la Legge di stabilità 2016 sono state potenziate le agevolazioni fiscali per le aziende che concedono servizi e prestazioni di welfare aziendale ai dipendenti.
IN SINTESI
1. Emerge chiara, ancora, l’esigenza di una maggiore educazione sulla tutela del reddito, che agisca sulla persistente sottovalutazione del rischio.
2. Fattori determinanti che potrebbero favorire la diffusione di prodotti assicurativi a tutela del reddito sono: una maggiore trasparenza nell'informativa rilasciata e una riduzione delle tariffe dei premi, percepiti più onerosi di quanto siano in realtà.
3. I datori di lavoro potrebbero utilizzare i benefit aziendali come una leva per attrarre talenti e nello stesso tempo aiutare i dipendenti a colmare gap di reddito.
La protezione Individuale del Reddito (IPG) è una sfida globale che può essere affrontata solo attraverso un impegno congiunto tra Stati, governi, autorità, aziende, individui e compagnie di assicurazione.
Fonte: Ricerca internazionale sul rischio di perdita del reddito – analisi dei comportamenti svolta su un campione di oltre 11 mila individui in 11 Paesi a cura di Zurich Insurance Group (Zurich,) in collaborazione con la Smith School of Enterprise and Environment dell’Università di Oxford (SSEE)