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Valeria Tonella Valeria Tonella

Perché oggi è la giornata nazionale degli Oreo

Oggi, 6 marzo, in America è la giornata nazionale degli Oreo.

La cosa interessante non è tanto chi ha inventato una ricorrenza per il famoso biscotto (cioccolato fuori e crema dentro), perché in effetti non si sa.

Si sa solo che, negli Usa almeno, si sta festeggiando.

Un biscotto, cioè un prodotto alimentare comune, ha una sua festa al pari di un anniversario storico o di un santo.

Viene da chiedersi: come?

L'Oreo è il biscotto più venduto negli Stati Uniti. Si parla di quasi 500 miliardi di Oreo venduti dalla creazione. Il "biscotto più venduto del ventesimo secolo". E già questo...

Il marchio nacque nel 1912 per mano della Nabisco, società americana con base a New York, prima come "Oreo Biscuit", poi come "Oreo Sandwich". Il buono dell'Oreo sta nella crema schiacciata a panino dentro due dischi di cioccolato (da cui "sandwich"). La Nabisco pensò di imprimere il logo del biscotto direttamente sulla sua superficie.

La distribuzione  ha seguito diverse strade: prima la vendita all'interno di una confezione trasparente, innovativa per l'epoca, così che il consumatore vedesse cosa c'era dentro (concetto di trasparenza?); poi la proposta di più gusti e formati (dal ripieno al lime ai mini Oreo); progressivamente l'entrata nella cultura "pop" americana (l'Oreo viene mostrato e citato nei film, nelle canzoni, nei fumetti). Questo permetterà allo staff creativo di Oreo di usare il biscotto per ricordare gli eventi più significativi del cinema e della vita degli americani in generale (con una campagna per i 100 anni di Oreo davvero sbalorditiva).

Oreo ricorda l'arrivo sugli schermi di Jaws, Lo squalo

Oreo celebra la Settimana nazionale della scienza

Oreo ricorda la nascita della tv a colori

Nel 1912, anno di nascita degli Oreo, l'arrivo di Biancaneve e i sette nani a Broadway

Infine sono arrivati i social.

L'ultima campagna invita il cliente a scoprire cosa succede quando un Oreo viene diviso. L'idea, molto social appunto, della "condivisione": non importa se lasci la parte più buona (di solito la crema) al tuo amico (o al tuo nemico); l'importante è "spezzare l'Oreo", molto cristianamente. Lo "sharing" è l'azione pubblicizzata anche da Coca Cola (bevi una Cola in compagnia) o dai biscotti Ringo - che nascono dall'unione del "diverso" (il bianco e il nero).

Quando "apri" (open up) un Oreo, puoi: farti un nuovo amico, iniziare nuove avventure, ispirare progetti. Insieme. Ad altri.

Poi c'è l'hashtag #PlaywithOreo: se le mamme dicono "non giocare con il cibo", Oreo invita a sperimentare. Cosa faresti se potessi "giocare" liberamente con i tuoi biscotti preferiti? Cosa inventeresti? Insomma un biscotto che si presenti come momento di svago, sia ai bambini che agli adulti. Senza prendersi troppo sul serio.

L'importante è ricordarsi LA ricetta: inzuppare per bene gli Oreo nel latte. Che poi è anche il modo migliore per festeggiare la giornata mondiale dell'Oreo: "prendi un bicchiere di latte, una torre di Oreo e goditeli". Ovviamente con l'hashtag #NationalOreoCookieDay.

Non a caso uno degli slogan più recenti recita: "Milk's Favorite Cookie", "Il biscotto preferito del latte", o, in una variante, "America's Favorite Cookie", "Il biscotto preferito degli americani".

D'altra parte quale americano (o consumatore in genere) dimentica facilmente le colazioni dell'infanzia a base di latte e biscotti?