Quando torneremo alla normalità? (Noi e i guardiani dei fari)
Quando torneremo alla “normalità”? Un grafico di Visual Capitalist prevede, per ogni attività, un lasso di tempo che va da quest’estate a un anno a… mai più (con una certa analisi di rischio calcolata dagli epidemiologi).
Se la mascherina la porteremo ancora un bel po’, visite mediche, appuntamenti dal parrucchiere, vacanze sono tutte cose che faremo nello stesso modo di un tempo (sempre rispettando le misure di sicurezza, ma non sto più a ripeterlo).
Più timore, invece, per matrimoni e funerali, uscite con persone che non si conoscono bene, eventi sportivi o culturali. Ovviamente c’è poco da prevedere fino a quando non vedremo l’evoluzione del virus; soprattutto bisognerà capire come ciascuno di noi vivrà il post lockdown a lungo termine.
Ormai tutti abbiamo ripreso a lavorare, e questo aiuta a non cadere nella “sindrome della capanna” che sta colpendo molti. È stata rilevata e studiata nei Paesi più freddi, dove a fine inverno la gente fatica a uscire di casa, come se si fosse assuefatta all’ambiente domestico. Ne venivano colpiti, pare, anche i guardiani dei fari o i cercatori d’oro dopo lunghi periodi di isolamento.
A parte i casi più gravi di panico (la pandemia è all’origine di molti stati di shock post traumatico), è comune avvertire un certo disagio, anche solo perché andate in posta e quel signore in fondo alla fila (chissà perché) da deciso di non mettere la mascherina, o perché non la mettono i nostri amici e ci sentiamo poco protetti (pur non volendo fare la figura degli stupidi o degli ipocondriaci!) “Non abbiamo solo o non più paura del contagio, ma del mondo lì fuori che ci appare cambiato” (Roberto Ferri, presidente della Società italiana di psicologia dell’emergenza).
In ufficio è forse già più semplice: le regole sono ancora severe. Se lavoriamo in un punto vendita, dobbiamo confrontarci con ogni caso, da quello che si versa litri di disinfettante sulle mani a quello che le distanze di sicurezza, ciaone.
Ci stiamo riadattando. Gli psichiatri parlano di “reazione”: avevamo delle abitudini, le abbiamo cambiate e adesso le stiamo cambiando di nuovo. Restano validi alcuni “consigli degli esperti”: evitare l’ “infodemia” (l’abuso di notizie) sul Covid; fare attività fisica, meglio all’aperto; concedersi dei regali o dei momenti di assoluto benessere (qual è la cosa che ti piace fare di più?); rimuginare meno e fare di più.