Sei un buon leader o un grande leader?
LA DIFFERENZA È FONDAMENTALE, SECONDO L’ESPERTO DI MOTIVAZIONE E TEAM BUILDING, CHESTER ELTON: SIGNIFICA SAPER COMUNICARE, GUADAGNARE FIDUCIA, RESPONSABILIZZARE I COLLABORATORI… OPPURE NO!
INTERVISTA A CHESTER ELTON
Perché il riconoscimento in azienda è così importante e perché un leader non può non riconoscere, anche dicendolo pubblicamente, i meriti di chi lavora con lui?
Il riconoscimento è ciò che noi chiamiamo l’ingrediente segreto nel creare una grande cultura al lavoro. È lo strumento più potente che un manager ha a disposizione per rinforzare i comportamenti positivi e stabilire uno standard di eccellenza. Riconosciamo il valore delle cose che crediamo abbiano un valore. I grandi leader apprezzano e lodano i comportamenti migliori e raggiungono migliori risultati grazie a momenti di riconoscimento, in pubblico e in privato.
Quali sono i quattro princìpi della leadership?
Io li chiamo “the Basic 4”, e sono le caratteristiche che si notano subito quando un leader pratica il riconoscimento.
Numero uno: il “goal setting”. Ha senso, no? Apprezziamo qualcuno quando raggiunge dei risultati.
Numero due: la comunicazione. I leader che apprezzano sono anche i leader che comunicano meglio degli altri.
Numero tre: la fiducia. Siamo più portati a fidarci di un leader che riconosce il lavoro che facciamo.
Numero quattro: la responsabilità. Il riconoscimento è una strada meravigliosa per rendere i collaboratori responsabili in modo positivo. E in più, così il leader riesce a vedere cosa sta andando bene nel gruppo, non solo quello che sta andando male.
In che modo possiamo fondare la cultura di un’azienda sul riconoscimento? In altre parole: come si comunica il principio del riconoscimento in azienda?
Grande domanda. Non ho risposte brevi, perché la cultura di un’azienda si forma in tempi lunghi. Con la velocità che segue oggi il business, hai bisogno, però, di cambiare e adattarti, allo stesso tempo. L’azienda che nasce come fornitrice di prodotti può evolversi e diventare una fornitrice di soluzioni, per esempio.
Penso, in ogni caso, che la chiave sia mantenere ben saldi i valori dell’azienda. Creare un ambiente dove tutti vengono ascoltati. Essere innovativi. Diventare più tolleranti nei confronti del fallimento.
Definire la cultura di un’azienda richiede tempo, e comunque l’azienda deve essere in grado di cambiare questa cultura.
Forse non era esattamente la risposta che cercavate, ma sono davvero convinto che attualmente la qualità migliore di un’azienda sia l’agilità, in ogni aspetto del suo business.
Come si “nutre” un team per renderlo efficiente e motivarlo a raggiungere i suoi obiettivi?
Perché un gruppo sia motivato, è necessario che ognuno “brindi” al successo degli altri. Se c’è anche una sola persona che vuole prevalere, c’è un problema. “Vinciamo insieme” deve essere il messaggio. Tutti hanno il loro lavoro da fare, e quando tutti hanno fatto il loro lavoro bene, hanno vinto. E quando vincono, devono apprezzare
la vittoria e apprezzarsi l’un con l’altro.
Il leader mantenga sempre gli obiettivi semplici e chiari. Comunichi spesso con i collaboratori e riconosca le vittorie, piccole e grandi, ottenute dal gruppo.
Come si aumentano e si misurano la soddisfazione e il coinvolgimento di un gruppo?
Ci sono molti modi per farlo. Ci sono molte aziende che offrono questo tipo di servizio. Se invece il budget è più limitato, il modo migliore è tenere d’occhio il turnover. Le persone di valore restano? Se sì, probabilmente come leader stai facendo un buon lavoro.
Quanto è importante la condivisione nel gruppo?
I grandi team sono composti da individui in costante comunicazione tra loro. Aggiornamento e brainstorming sono le parole d’oro. Non ci devono mai essere sorprese. In qualsiasi àmbito della vita, solitamente la sorpresa non ha risvolti positivi… eccetto forse quando si tratta di una festa di compleanno!
Più si parla e ci si aggiorna, nel gruppo, stabilendo obiettivi insieme e apprezzandosi, maggiori saranno le possibilità di vincere.
Quali sono gli errori più comuni che i manager commettono come leader?
Danno per scontato che tutto quello che devono fare è dire qualcosa, e quel qualcosa si realizzerà. Per essere buoni leader, bisogna lavorarci su ogni giorno. Lo dicevo prima: una buona cultura aziendale si crea nel tempo. Bisogna trovare ogni giorno il tempo per rinforzare i giusti valori. E gli strumenti non mancano: costante comunicazione, incontri, blog, colloqui personali. Sono tutti strumenti validi ai quali un buon leader ricorre per le persone con cui lavora e che lavorano per lui.
Durante le sue ricerche, ha incontrato molti leader. Chi è quello che l’ha impressionata di più e perché?
Nel business ho molti “eroi”. Da American Express ad AVIS, ad altri centinaia di luoghi dove è splendido lavorare. Mi hanno lasciato tutti un’ottima impressione ed è difficile scegliere. Ma dico: Scott O’Neil.
Scott è uno sport executive e ha costruito molti team di successo. Ha lavorato all’NBA (National Basketball Association) al Madison Square Garden, l’arena più famosa del mondo, a New York. Attualmente è Ceo di una affiliata di NBA e NHL (National Hockey League).
Scott rende tutto più semplice per i suoi collaboratori. Lui la chiama la “regola del tre”: “World class, No surprise and Cheer”. Essere i migliori del mondo, non avere sorprese e lasciare spazio al riconoscimento.
Si aspetta il meglio da se stesso e dagli altri ogni giorno; fa di tutto per prevedere i cambiamenti; coltiva una comunicazione chiara e frequente. E soprattutto fa suo il motto di cui vi parlavo prima: vinciamo insieme come gruppo e festeggiamo insieme come gruppo!
Di Scott apprezzo la semplicità, l’approccio diretto e il modo in cui riesce a costruire team di successo ovunque vada. Ma parleremo più approfonditamente di lui al seminario di Performance Strategies in ottobre.
Può darci dei consigli pratici per coinvolgere di più i nostri team di lavoro?
Nella precedente risposta accennavo alla “regola del tre”. I grandi leader che conosco la seguono, molto semplicemente.
Una catena di ristoranti in America con cui ho lavorato aveva come mission: “Legendary Food, Legendary Service”. E dunque: “Cibo leggendario, servizio leggendario”. Semplice.
Quando tutti nel team capiscono qual è la missione, è più facile lavorare.
Ecco il mio consiglio pratico: mantenete le cose semplici!
Dopo il grande riscontro che ha ottenuto al Forum delle Eccellenze 2013, tornerà in Italia per un nuovo seminario intitolato “La nuova leadership”. Di che cosa parlerà?
Sono felice che la mia partecipazione al Forum abbia avuto un’eco! Ho passato veramente dei bei momenti.
Tempo fa, ho abitato nel Sud Italia per due anni come missionario per la mia chiesa. Amo tutto dell’Italia… specialmente il gelato!
Il tema della nuova leadership è molto interessante. Il business oggi è “fast and furious”: i leader devono coinvolgere i collaboratori in tempi brevi, costruire culture aziendali forti e individuare dei valori altrettanto solidi.
Le buone aziende sanno dire cosa fanno e come; le aziende di successo sanno perché fanno quello che fanno.
Parlerò di questo, al seminario. Userò molti dati e case history, e insieme costruiremo una “mappa” verso il successo.
Tornare nella bellissima Italia… non vedo l’ora!