Pillole
Mini guida per lavorare bene quest'estate
Facile dire che ansia e stress possono avere un gran potere “informativo”, e dirci cose su di noi e la nostra salute.
È anche vero che molte delle strategie che usiamo per tenere a bada queste sensazioni di per sé negative, a un certo punto, smettono di funzionare. Ce lo ricorda (nel libro Good Anxiety) la neuroscienziata Wendy Suzuki: fallo, ogni tanto, un tagliando delle tue tecniche anti ansia, anti rabbia, anti stress… e, se serve, mettiti d’impegno per cambiarle. Non è un male, anzi! Si cambia idea, si cambia e basta.
Questo approccio dovrebbe essere valido per qualsiasi cosa:
- quali sono le tue “tattiche” per gestire le discussioni in azienda o le crisi in generale?
- Quali usi per spingere chi ha perso la motivazione?
- O, per andare più sul pratico, come ti organizzi l’agenda, come rivedi i conti, come riordini i documenti?
- Se quello che stai facendo in tutti questi aspetti del tuo lavoro funziona, bene; se invece ti accorgi che le cose non vanno, che l’archivio è un disastro, che le riunioni non sono produttive, che il dialogo è andato perso… fermati, fai un check-up della tua azienda o della tua attività (come quando vai a farti le analisi del sangue!) e chiediti cosa puoi cambiare, a partire da te, non dagli altri.
Spesso l’insorgere di un problema è, come l’ansia, solo un campanello d’allarme: meglio che abbia suonato in tempo, quando ancora puoi intervenire…