Quando il cliente è in vacanza
Sì, anche la redazione è andata in vacanza. Abbiamo fatto i turisti, gli ospiti, i consumatori. E, deformazione professionale, abbiamo preso nota.
Di che cosa?
Per esempio, che non si può mettere fretta al cliente, soprattutto se sei un locale di ristorazione e soprattutto se il cliente è in vacanza. Mancano 20 minuti alla chiusura? (Che poi spiegateci perché un bar dovrebbe chiudere alle 19, un bar in centro città, la settimana dopo ferragosto). Comunque, mancano 20 minuti alla chiusura? Non è bello che sia la prima cosa da far notare al cliente appena si siede. “Se non mi vuoi, me ne vado” penserà. E ha ragione (lasciando poi stare che il suddetto barista si è messo a fumare mentre aspettavamo il conto e che pagare 50 centesimi per andare al bagno non è piacevole).
Abbiamo imparato anche che le piccole cose fanno davvero la differenza nel servizio al cliente. Come i cuscini messi liberamente a disposizione in un pub per i consumatori che trovassero le panchine di legno troppo scomode. O lo yogurt servito dentro vasetti di vetro. O la torta di benvenuto trovata in appartamento.
La pulizia dei locali, la velocità del servizio, la trasparenza dei prezzi restano dei pilastri, ma niente (niente!) sostituisce la cortesia. Due sorrisi sono meglio di uno, e sentirsi ben accolti è meglio di qualsiasi “prendi 2 paghi 1” o “all you can eat”.
Immaginate sempre di avere degli ospiti, anche se lavorate in ufficio o in un negozio di abbigliamento o allo sportello informazioni. Vi permetterà di impostare la vostra mente e i vostri comportamenti su un livello di professionalità, originalità e gentilizza straordinariamente più alto.