Strategie e tecniche


Doris Zaccaria Doris Zaccaria

Siamo tutti senza memoria?

FACCIAMO SEMPRE PIÙ FATICA A RICORDARE, ECCO PERCHÉ

 

Sarà sicuramente capitato anche a voi: cerchiamo nella mente un ricordo, un nome, la data precisa di un compleanno. Proviamo una sensazione strana: siamo sicuri che quella traccia ci sia, ma non riusciamo a trovarla. E allora tiriamo fuori dalla tasca l’immancabile smartphone e iniziamo a consultarlo, quasi fosse un moderno oracolo capace di farci ritrovare la strada perduta.

Le frasi “non mi ricordo” e “ho la testa fra le nuvole, aspetta che controllo” sono talmente ricorrenti che neppure ci si presta più attenzione.

Ma davvero è sempre stato così?

Ciascuno di noi conosce la risposta. Personalmente, per molti anni ho potuto godere di una memoria ottima, che dalle elementari all’università mi ha aiutato a imparare senza troppi sforzi. Ma a un certo punto qualcosa è cambiato. E a quanto pare, non soltanto per me.

Sarebbe dunque interessante comprendere in quale momento questo problema sia diventato un male comune, e se ci sia qualcosa che possiamo fare per salvaguardare la nostra memoria.

Sgombriamo però subito il campo da una ambiguità: un conto sono le situazioni cliniche (dalla demenza senile all’Alzheimer, dalla depressione alla possibilità che si stiano assumendo farmaci che interferiscono sulla lucidità); un conto è la constatazione sempre più comune che la nostra capacità di trattenere le informazioni sia inferiore a quella del passato.

Se le patologie sono spesso legate a una fase della vita avanzata, la perdita di memoria può affliggere persone di qualsiasi età. L’Università della California ha condotto studi su questa tematica utilizzando un campione di 18.500 individui fra i 18 e i 99 anni e ha fatto scoperte molto interessanti.

La perdita di memoria sarebbe infatti direttamente correlata a fattori fisici e culturali.
Per esempio, un basso livello di educazione o un’attività fisica insufficiente possono contribuire alla perdita di memoria e aumentare le probabilità che la situazione peggiori con l’avanzare dell’età.

Per quanto riguarda i più giovani, invece, contano anche i fattori emotivi: stress e ansia infatti “occupano” il cervello lasciando meno risorse per consolidare la memoria.
Inoltre, secondo i ricercatori, i millennials, abituati a consultare di continuo il cellulare, sarebbero anche meno attenti a ciò che li circonda e quindi meno capaci di fissare informazioni nella memoria.

Uno stile di vita malsano, insomma, non aiuta: dormire poco, mangiare male, non dedicare tempo allo sport e al relax possono essere motivi più che sufficienti per dimenticarsi anche le cose più importanti.

Il problema è che la frenesia quotidiana ci conduce a fare proprio ciò che danneggia la nostra capacità mnemonica. La logica ormai imperante del multitasking e una vita concitata sono nemiche della concentrazione, che è un requisito fondamentale per salvaguardare la memoria.

Coltivare la memoria
Nessuno di noi è disposto a rinunciare alla propria memoria.
Anche perché quando funziona è una cosa meravigliosa: ci permette di fare gli auguri di compleanno a chi vogliamo bene, di non “bucare” gli appuntamenti, di sostenere una conversazione senza dover sbirciare continuamente su Google.
Ecco perché è importante prenderci cura della nostra memoria e coltivarla, come faremmo con qualsiasi altra nostra qualità e caratteristica.

Iniziamo da una banalità: anche il nostro cervello ha bisogno di pace. Dormire bene e riposare come si deve sono il presupposto per far funzionare bene il cervello. Quanti di noi dormono fra le sette e le nove ore, come sarebbe raccomandabile?

Ma esistono anche altri metodi per coltivare la nostra memoria.

1. Allenare il cervello
Anche la mente ha bisogno di allenarsi, e la cosa straordinaria è che può creare nuovi collegamenti neurali fino a età avanzata.
Le attività che ci insegnano qualcosa di nuovo e rappresentano una sfida possono essere l’ideale per mantenere una giusta elasticità cerebrale. Qualche esempio? Iniziare a suonare uno strumento, imparare una nuova lingua oppure mettere alla prova la coordinazione con un corso di ballo.

2. Fare attività fisica
Per i pigri inveterati non c’è scampo: su questo aspetto la comunità scientifica è concorde.
Lo sport riduce la presenza dei cosiddetti “ormoni dello stress”, contribuisce a ossigenare il cervello e ne aumenta di molto l’efficienza.

3. Coltivare le relazioni sociali, abbattere lo stress
Quante volte ci accorgiamo che stiamo sacrificando gli amici per via di un lavoro troppo coinvolgente o di impegni familiari che si accumulano? E invece gli amici sono importanti anche per la nostra salute cerebrale. La relazione stimola il cervello, rendendolo più elastico e ricettivo.
Una fitta rete sociale aiuta anche ad abbattere un grande nemico della memoria: lo stress.
Quando diventa cronico, lo stress può addirittura distruggere cellule cerebrali e danneggiare l’ippocampo, la regione del cervello dedicata alla memoria.

Esistono molti altri trucchi, più o meno scientifici. Per esempio, prendere appunti scritti e sforzarsi di concentrare l’attenzione su una cosa alla volta.
 L’importante è dedicare del tempo a prenderci cura dei nostri ricordi. Perché senza memoria non saremmo che scatole vuote e senza storia.

Fonti
Medicaldaily.com, Helpguide.org