Selfie promo dei vip: le aziende non ne approfittino
Belen, Fedez, Anna Tatangelo e Melissa Satta accusati dall'Unione nazionale dei consumatori di fare "pubblicità occulta" e di violare, così, il Codice del consumo
Pur essendo a tutti gli effetti degli influencer, sul web e sui social network soprattutto, l'intento commerciale, dice l'Unione, dovrebbe essere dichiarato, con una didascalia sotto la foto o il video condivisi. Basta con i selfie in cui il carattere promozionale non sia esplicitato - pensiamo ai messaggi che compraiono in sovraimpressione durante le serie televisive, ad esempio.
La questione rientra in un'arena più grande: come regolmentare, a questo proposito, Facebook e gli altri social.
Dove finisce l'informazione e la condivisione e dove inizia il marketing?
Cosa è lecito e cosa non lo è?
Nonostante, tutti i social abbiano ormai superato i dieci anni di vita, restano territori inesplorati e non legiferati. Questo perché i social non vengono ancora considerati degli editori di notizie, nonostante Mark Zuckerberg abbia dichiarato che "Facebook è un giornale, siamo una media company".
L'inchiesta dei selfie, partita da Key4Biz, ha riaperto di nuovo la diatriba. Qui sette esempi raccolti dalla testata online.
I Paesi anglossassoni sono già avanti: l'antitrust inglese ha già richiamato una quarantina di celebrità e 15 aziende causa pubblicità indiretta sui social, la cosiddetta pubblicità senza etichetta (unlabelled advertising), e, per tutelare i consumatori, ha chiesto di inserire l'hashtag #ad (advertising) oppure #sponsored.
Anche negli Usa ci sono regole più chiare: aziende "very big" come la Warner Bros sono state richiamate pubblicamente dalla Federal Trade Commission perché non hanno rispettato i dettami imposti:
- La dicitura “sponsorizzato” deve essere chiara, facilmente visibile e comprensibile dai consumatori, soprattutto quelli “meno” protetti: bambini, anziani, ecc..
- L’indicazione del contenuto sponsorizzato deve avvenire in due modi contestuali: jingle ed etichetta.
- L’etichetta “sponsorizzato” deve essere ben distinguibile e non inserita vicino a loghi o altri elementi visivi in modo da creare confusione.
- Deve essere inserita anche in streaming video e deve essere facilmente visibile e udibile.
- Deve essere presente in qualsiasi comunicazione pubblicitaria su internet e non può essere cancellata.
- La dicitura deve essere scritta nella lingua dei consumatori-target e in tutte le altre lingue dei Paesi in cui la campagna social è veicolata.
- La comunicazione deve essere conforme ai requisiti in ogni mezzo di fruizione.
(fonte: Key4Biz)
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