Eurobevande, Emanuele De Biasio: Siamo una famiglia per azioni
COME SOPRAVVIVERE (BENE!) A UN PASSAGGIO GENERAZIONALE
E A UNA PANDEMIA (CON LOCKDOWN!) NEL SETTORE HORECA?
V+ INTERVISTA EMANUELE DE BIASIO, AD EUROBEVANDE
Eurobevande distribuisce cibi e bevande nel settore Horeca nel Nord Est d’Italia ed è leader di mercato in Friuli-Venezia Giulia e nel Veneto orientale.
Fondata 60 anni fa da Renzo e Lucia De Biasio, resta una realtà orgogliosamente familiare: oggi è guidata dai figli Emanuele, Amministratore Delegato, ed Enrico, Responsabile Commerciale, mantenendo fede all’obiettivo originario di essere protagonista della crescita dell’intera filiera.
La terza generazione? Inizia a “vivere” l’azienda – che comunque con pragmatismo e lungimiranza ha investito sia sulla crescita delle risorse interne, sia sull’ingresso di competenze prima delegate all’esterno, o poco strutturate.
Con il titolare Emanuele abbiamo parlato di business (ovviamente), del biennio pandemico (ahimè), di visione e di azioni. Ma anche della storia familiare dietro ai numeri, che spesso nel mito dello storytelling viene, diciamo così, romanzata: mentre in questo caso è il fedele racconto della vita vera a sembrare un romanzo. A partire dai primi protagonisti (spoiler: avete notato i nomi dei fondatori?).
La vostra Visione recita, testuale: “Rendere sereni ed entusiasti i professionisti dell’Ho.Re.Ca.”. Obiettivamente, in questi due anni non deve essere stato facile…
Ci crediamo: la nostra Visione e la Missione sono autentiche e “sentite” anche perché create dalla forza vendita, sono il coronamento di un percorso interno sul processo di delega iniziato con Edoardo Lombardi. Fu messo a punto un questionario sul clima aziendale e da lì è iniziato un grande cambiamento nell’organizzazione interna. Va detto: eravamo accentratori. Abbiamo iniziato a far crescere le persone sotto di noi e posso dire che oggi al 90% è fatta.
Poi c’è il mondo fuori: col problema che in Italia mancano persone qualificate, in genere, e manca la cultura dell’imprenditorialità, in chi vuol fare impresa ma anche in tanti già imprenditori. Non ci piace essere solo dei fornitori di Beverage & Food, ci vediamo di più come dei partner nella gestione del locale, un alleato con il quale condividere esperienze, un supporto nell'attività commerciale. Le aziende e i brand del gruppo lavorano insieme per scoprire, promuovere e distribuire le eccellenze Food & Beverage e trasformare i ristoratori in veri imprenditori.
HO.RE.CA (ma possiamo anche dire Horeca)
Definizione di uno specifico settore commerciale: "Hotellerie-Restaurant-Café". Si riferisce alle aziende alberghiere, di ristorazione, di catering, ristoranti e bar, indicando insomma tutte le attività connesse ai consumi fuori casa (detti anche AFH, Away From Home).
In Italia nel 2019 si parlava di oltre 400 mila aziende, di cui 330 mila Ditte individuali o Società di persone e circa 80 mila società di capitali: un comparto molto frammentato. A questo si vanno a sommare i distributori di food & beverage, ovviamente punto chiave a supporto della filiera, circa 4 mila imprese con oltre 50 mila addetti (nel 2019).
Ecco: nell’obiettivo di rendere sereni ed entusiasti i professionisti dell’Horeca c’è tutto il mondo di formazione, consulenza, supporti e servizi che mixiamo e “apparecchiamo” per loro.
Per dire: se domani vuoi aprire un ristorante, noi ti progettiamo concept e locale, piatti e posate, bicchieri, pentole, grafica… tutto. Ti offriamo una community attiva e proattiva (siamo i fondatori della Food&Beverage Community). Ti forniamo formazione per il servizio al banco e in sala con i nostri corsi, e formazione per lo sviluppo e la crescita d’impresa con la nostra Academy. Poi dopo, incidentalmente, vendiamo bevande.
Questa strategia, messa in atto con la migliore esecuzione, credo sia il punto di differenza, il valore che caratterizza la nostra promessa. E si è rivelata vincente nella ripresa post pandemia. Non c’è bisogno di stare tanto a spiegare quanto per il nostro settore sia stata particolarmente dura…
Poi, certo, la pausa forzata ci ha portato a nuove riflessioni: se il mondo fuori era fermo, noi abbiamo lavorato all’interno, sia per migliorare noi stessi, sia per lo sviluppo del comparto.
Per esempio? Quali azioni avete definito, o ridefinito?
Per esempio: ampliamento delle categorie di prodotto, cercando anche prodotti in esclusiva. Flessibilità e rimodulazione della rete vendita e del servizio di logistica. Ampliamento dei servizi di Palagurmé, con lo sviluppo dei servizi di consulenza e la strutturazione di una Academy per imprenditori (Palagurmé Business Lab). Tutte azioni tese allo sviluppo del comparto. Abbiamo rafforzato i rapporti istituzionali, con collaborazioni con PromoTurismo FVG. Poi c’è stata la creazione di strumenti digitali per la gestione delle comunicazioni con i clienti. Anche le attività di informazione e relazione con la Food&Beverage Community sono state importanti. Quando dichiariamo di credere nel valore delle promesse, pensiamo oltre la consegna entro l’ora X.
E… come sta andando questo strano 2022?
Anno nuovo, problemi nuovi: chi avrebbe mai pensato di avere difficoltà di approvvigionamento con l’acqua gasata, perché ai produttori manca la CO2? In pochi mesi ci sono stati almeno tre aumenti significativi da parte dei “big”, e a parità di fatturato c’è meno distribuito come quantità.
Nel 2019 avevamo fatturato 30,5 milioni e prevediamo di tornare a questi livelli.
IL GRUPPO EUROBEVANDE
5 sedi (Pordenone, Udine, Trieste, Aquileia, Lignano Sabbiadoro) – 3.360 clienti – 40 figure commerciali – 12 dipendenti – 140 collaboratori esterni – 7,02 milioni di unità di vendita movimentate – 80% di quote di mercato a Lignano e Grado – 85% a Pordenone – 28% a Trieste – fatturato 2019: 30,5 milioni di euro
Sono stati due anni indubbiamente difficili. Anche se ci tengo a dire che siamo comunque riusciti a chiudere in utile, certo nel 2020 ovviamente di pochissimo. Ma non era scontato. E senza aiuti né operazioni speciali di bilancio.
Siamo stati ripagati da alcune decisioni prese in passato, nel 2006, vedi nella logistica ed esternalizzando l’amministrazione.
Quindi l’imprevisto vi ha trovato previdenti?
Sì: abbiamo lavorato per essere sempre organizzati e previdenti, in ottica di crescita sicura.
Significa anche frenare il turnover delle persone, garantire sicurezza ai clienti entrando in casa loro, essere trasparenti – e naturalmente offrire sempre qualcosa in più, e qualcosa in più degli altri: sia nei prodotti che nei servizi. E nella eccellenza dei prodotti e dei servizi.
È fondamentale la qualità delle persone…
Va detto: per quanto riguarda i collaboratori, siamo impegnativi, pretendiamo molto.
Mio fratello ha messo a punto anche un sistema molto valido di verifica delle performance, così abbiamo potuto reagire già alla prima crisi, quella del mercato immobiliare.
Poi nel biennio pandemico abbiamo lavorato tantissimo, a prescindere dai risultati dei numeri, ma avere lavorato con i clienti e per i clienti ci ha consentito di ripartire bene – anche alzando la marginalità.
Abbiamo parlato di azioni in senso letterale, pratico. Non abbiamo detto tutto! Ma direi che a questo punto non possiamo non parlare della famiglia.
Io dico sempre che noi De Biasio siamo “una famiglia per azioni”: siamo il risultato di un sistema familiare, siamo figli di cose che vengono da lontano, e averne memoria ci aiuta a guardare lontano.
Premessa ai vostri lettori: sembra una storia da libro Cuore, ma è vita vera.
Tutto inizia durante la Seconda guerra mondiale. Il nonno paterno fu preso, innocente, dai tedeschi che bruciarono la sua piccola attività di ristorazione. Mio papà Renzo si ritrovò orfano a un anno, la mamma viveva in una tenda coi due figli piccoli. Finita la guerra, e con il territorio occupato, lei riprese l’attività con quel poco che restava, già “istintivamente” lungimirante: ogni giorno faceva 22 chilometri in bici per poter portare ai suoi clienti dell’osteria i giornali da Pordenone! Mio padre ha iniziato a lavorare dopo la quinta elementare: anzi, ha iniziato a ricostruire.
Di fatto la mia famiglia è sempre stata impegnata in un riscatto importante.
Poi, ed ecco qui un’altra storia da romanzo, Renzo incontra Lucia: nostra mamma. Un’anima gemella anche nel lavoro: mentre lui sviluppava il fronte commerciale, lei ha portato avanti l’azienda dal punto di vista amministrativo.
Qui, più ancora dello storytelling, ci vedo la sceneggiatura di un film! E voi “piccoli” De Biasio, quando entrate in scena?
Io sono del 1960, mio fratello Enrico del 1964. In quegli anni mio padre aveva aggiunto al lavoro diurno in osteria una attività di rappresentante di grappe, la sera. Rilevando questa attività da un commerciale in pensione, è iniziato il nuovo capitolo come imprenditore, con tutte le difficoltà del caso.
Poi accade che negli anni Settanta le distillerie italiane iniziarono a vendere l’attività a marchi internazionali. Mio padre ebbe timore di essere fagocitato, e si chiese: cosa posso vendere di simile, con la mia conoscenza negli acquisti? Nel 1972 acquistò una delle due aziende di distribuzione bevande di Pordenone. Poi ebbe l’intuizione di evolvere da concessionario a importatore, ponendosi quasi come produttore: questo approccio significava investimenti superiori, ma anche margini superiori.
Noi figli entriamo in gioco negli anni Ottanta: il passaggio generazionale mi vide diventare Amministratore Delegato a 39 anni e in una fase non facile, perché nel 1999 abbiamo vissuto l’esperienza della fusione con una azienda concorrente. Sembrava la cosa giusta per crescere, ma qualche anno dopo abbiamo liquidato i soci, e la “famiglia per azioni” ha preso la sua nuova velocità. È stata una fase difficile, ma molto formativa. Nel 1999 fatturavamo 7,5 milioni (valore in euro), nel 2019 30,5 milioni: direi che la seconda generazione De Biasio se l’è cavata. Per il prossimo passaggio… ci stiamo preparando. Mia figlia al momento segue la parte legale, stiamo costruendo un buon management per portare comunque avanti l’attività, non sarebbe sola. Vedremo. Lungimiranza!
Trovo importante aprire un capitolo sui clienti, i ristoratori. Avere un locale ed essere imprenditore sono sinonimi?
I locali sono aziende, e come tali devono essere gestiti e amministrati. I titolari devono pensare e agire come gli imprenditori: non possono passare le giornate dietro a un bancone, concentrati sul lavoro operativo.
Un pubblico esercizio oggi fa fatica a ragionare in termini lungimiranti, ragiona sul domani. Bisogna essere veloci a offrire soluzioni, idee, supporti – anche di comunicazione – cercando di spostare l’attenzione dal prezzo alla proposta di qualcosa di nuovo.
Ma i titolari hanno il diritto e il dovere di gestire il personale e le finanze dell’azienda e di progettarne la crescita. Per farlo, è importante padroneggiare le competenze dei vari leader in tema di time management, gestione del personale, vendite e gestione economico-finanziaria. Quelle competenze che formatori senior insegnano nelle esperienze formative del Palagurmé, la nostra proposta per la crescita del comparto, a partire dalle giornate mensili della Academy, con tutor dedicati, offerte dal Business Lab.
Se ti prendi cura delle dinamiche, non sei passivo, anche quando il mercato non performa come dovrebbe. La chiamo “la regola della responsabilità”: se vuoi che le cose cambino, inizia a cambiarle tu.
PALAGURMÉ
Creato nel 2016, Palagurmé è il centro esperienziale della Beverage&Food Community, la casa dei professionisti Ho.Re.Ca. Non solo uno spazio di esposizione, show cooking, congressi: è un hub di formazione business di 600 metri quadri in 5 aree tematiche che mette in contatto con gli specialisti di vino, birra, food e mixology per vivere esperienze formative e acquisire un metodo di lavoro che parte dietro al bancone per diventare veri imprenditori – e avere successo.
Una curiosità: ma Renzo e Lucia riescono a stare lontani dall’azienda?
Sono in pensione, ma sono sempre soci. Papà ha 83 anni, ha ancora il suo ufficio, crea un suo report mensile con un mix di economia, finanza e… “occhi”, e nelle decisioni importanti è presente! La mamma viene in azienda nel suo ufficio ma con un ruolo diverso, fa le sue verifiche.
Una cosa è certa: io non andrò mai a dormire col dubbio di non avere detto una cosa a mio padre, a mia madre, o a mio fratello.
La famiglia per azioni è una storia di relazioni.
Questa intervista è stata pubblicata in origine sul numero 76 di V+. Scaricalo, completo, qui. Free!