UN "PUGNO" SULLA TESTA
Più parole conosci, più vendi”. Lessi in un libro questa frase alcuni anni fa. La ricordo ancora, anche se allora facevo fatica a contestualizzarla nel mio quotidiano di venditore.
Le parole sono incoraggiamenti che rivolgiamo a noi stessi o ganasce che mettiamo alle nostre azioni.
Le parole vanno usate bene.
Quando l'ho capito, mi sono costruito un metodo, nel tempo, per controllare il mio dialogo interiore, e di conseguenza il dialogo con gli altri, affinché fosse propedeutico a una comunicazione incisiva, seria, mai offensiva, sempre confortante, almeno negli intenti.
Primo: cerco di tenere pulita la mente, evitando con cura le parole che minano la mia autostima e indeboliscono la mia iniziativa.
Secondo: rifuggo le discussioni sulla variabilità del tempo e sulle ultime notizie di gossip. A usare parole sterili, si rischia di diventarlo.
Poi ci sono i libri. Ci dimentichiamo di che cosa contengano i libri: non parole una dietro all’altra, da leggere per dovere o per noia mentre si aspetta il turno dal dottore. La prima regola che viene data ai giovani scrittori è: leggi. Quanto puoi, più che puoi. Noi venditori non dobbiamo essere Dante, ma usiamo altrettante parole, anche se a voce e non nero su bianco. E i libri sono la fonte più comoda per nutrircene.
E ci sono i corsi di formazione, da cui attingo parole che mi ispirano, e i colloqui con altri venditori, imprenditori, manager, formatori o altri, che mi attraggono con esperienze concrete, e mi insegnano che dalle parole nascono episodi di vita vissuta.
Infine V+.
V+ è fatto di parole, le parole di autori competenti, di venditori appassionati, di aziende combattive.
Diceva Kafka: “Un libro dev’essere un pugno che ci martelli sul cranio”.
Io che non sono Kafka m’impegno con tutta la redazione ogni giorno con un’idea fissa: che V+ sia il “pugno” che scuota nei nostri lettori progetti, sogni, piccole o grandi aspirazioni.
Qualcuno penserà che le parole non abbiano questo potere.
Forse non ha ancora letto V+.