Niente panico! Ma lo stai dicendo ai tuoi? E come?
Come stai gestendo la crisi, anche emotiva?
Tu, leader/manager/responsabile di un gruppo.
Purtoppo adesso avrai molti che ti diranno cosa sia giusto e cosa sia sbagliato (tutti tuttologi); con i “tuoi”, allora, non partire dal “cosa”, ma dal “perché” stai prendendo una decisione (come ripete da anni Simon Sinek, del resto). Capiranno meglio le ragioni delle tue azioni, si creerà la “connection” e sarà meno probabile che ti “saltino addosso”, perché è solo con la fiducia che diventi il migliore “influencer” del tuo team.
Altra cosa: non hai tutte le risposte. Dillo. Ricordalo. Fai presente che non puoi conoscere l’evoluzione degli eventi dei prossimi mesi, perché… nessuno sa. “Eh ma sembrerò vulnerabile!”. Sarai sincero – molto più potente, l’effetto.
“Eh ma andranno tutti nel panico!” Dipende da come lo comunichi. Se con paura o con sana calma. È questione di fatti, non di opinioni, in questo caso. “Costruire un gruppo significa, a volte, perdere l’etichetta di esperto” (Craig Janssen)
E poi ascolta. Ascolta tantissimo quello che i “tuoi” hanno da dirti. Le loro preoccupazioni, i loro dubbi. In un dibattito, in una videochiamata, accogli il gruppo, metti al centro i vari componenti, e poi sii l’ultimo a parlare! Non avere fretta di spiegare la strategia: comunicherai solo impazienza. Non ripetere in continuazione “niente panico”, perché lo alimenterai. Ascolta, prendi nota, fai sentire ciascuno capito, nel suo piccolo. Di nuovo: nessuno sa bene come andrà, neanche tu. Quello di cui i “tuoi” hanno bisogno è di sapere che ci sarai sempre e comunque. Che suona naïve, ma nella crisi più nera è il compito più importante di una guida.