La vita (alle casse) è una storia quotidiana
DIGITANDO ANCHE SULLE TASTIERE DEL PC,
UNA CASSIERA DELLA GDO DIVENTA UN PERSONAGGIO – LETTERALMENTE!
“Cosa significa fare la cassiera in un supermercato? Di certo non è una vocazione, ma qualcuno deve pur farlo questo lavoro! I problemi, gli stravaganti episodi e le esperienze che fanno parte della nostra professione sono condivise ogni giorno da migliaia di persone. Una cassiera deve rispondere a certi requisiti e una sopra a tutte è la pazienza, ma si sa, quest'ultima non è infinita…”
Qualche anno fa Marylou Pillitteri, ragazza con la passione per il disegno e la scrittura, inizia a lavorare in un supermercato: e dalle sua capacità di ironica osservazione nascono prima una pagina Facebook che ha superato i 51 mila fan generato una vivace community, poi un blog e infine (quasi inevitabilmente) un libro, con buon successo e recensioni positive – tutti intitolati Le confessioni di una cassiera.
“Quando ho aperto la pagina il 26 febbraio del 2010, in internet e sui social non c'era nulla che 'rappresentasse' la categoria dei commessi. Volevo creare un posto virtuale, senza casse e barriere, dove potersi raccontare vicende, informazioni ed esperienze per sentirsi meno soli in questo lavoro che ci consente di stare a contatto con molte persone, ma che spesso ci aliena dal resto del mondo".
La pagina Facebook inizia come piccola valvola di sfogo, per vedere se le tante cose vissute alla cassa succedessero solo a lei o fossero una realtà condivisa. In fatto è che le cose da raccontare sono tante: ed ecco nascere il personaggio di “Piera la Cassiera”, emblema della categoria, con le sue avventure e disavventure quotidiane nel Supermercato Qualunque.
Nei suoi spazi web e nel libro Marylou racconta le cose che capitano a chi lavora ogni giorno a contatto con il pubblico, in modo lieve e con ironia.
“Le vignette nascono prima di tutto da una passione personale per il disegno che, come la scrittura, sto cercando di portare avanti in qualche modo, nate per dare un volto alla protagonista delle mie storie e per far rispecchiare, e in qualche modo divertire, chi come me fa questo lavoro. Le vicende che racconto e disegno sono esperienze che vivo io personalmente al lavoro, ma anche quelle che ricevo tramite messaggi, email e commenti sui social”.
Non si tratta solo di osservare i clienti (anche se sembrano offrire una gamma pressoché infinita di spunti e stupori); quando si fa questo lavoro ad esempio anche la vita amorosa è coinvolta, perché orari e turni sono particolari e allora magari va da sé che sia più facile “trovarsi” con chi fa lo stesso lavoro… e infatti suo marito è un collega!
“I miei colleghi sono stati entusiasti di scoprire che tra loro c'era la mamma di Piera la Cassiera. Hanno tutti voluto leggere il libro e tutti seguono la pagina. Mi raccontano sempre le loro disavventure e spesso le viviamo assieme. Li devo sempre ringraziare perché grazie a loro rido sempre al lavoro e mi danno l'ispirazione per le mie storie! Tanto che sto iniziando a lavorare a un secondo libro – sempre con Piera alla cassa, naturalmente!”
Oltre ai racconti, pagina e blog presentano anche vignette e strisce a fumetti, ovviamente tutte ambientante in un supermercato; e la serie di post “#100 modi per lasciare una cassiera senza parole”, con le domande più assurde ricevute dai clienti.
“Una cassiera deve ascoltare, prevedere, improvvisare, comprendere, immaginare e pazientare. Dietro un lavoro anonimo come la cassiera c’è molto di più. Dietro una cassa si vede anche la società che cambia".
Curiosi di leggere le avventure di Piera la Cassiera? Qui, il capitolo Miracolo nella 34a cassa.