Interviste


Maria Bietolini Maria Bietolini

Dal volume N° 65

Le Pmi sono un'impresa

 

V+ INTERVISTA STEFANO VERGANI,
PRESIDENTE DI AISOM


Maria Bietolini

Nel corso del 2020 V+ magazine ha ampliato ulteriormente il suo raggio di attenzione sul mondo del business, dando spazio crescente a temi e voci del mondo delle imprese non solo per gli aspetti delle vendite ma della gestione e sviluppo in generale: perché l’impresa italiana è fatta al 95% di Pmi e le Pmi sono fatte di uomini visionari e concreti che hanno bisogno e fame di crescere. (E, in questo mondo ancora non post-Covid, di resistere.)
I contenuti di management sono cresciuti. E sono cresciute la diffusione e la considerazione di V+ nel tessuto d’impresa, grazie anche a nuovi accordi e sinergie nati nel lockdown, quando abbiamo deciso di creare dei numeri speciali del magazine e di offrirli gratuitamente, oltre che ai singoli lettori via social, ad aziende e associazioni come contributo alla formazione e motivazione in un momento di svolta epocale delle nostre attività – e delle nostre vite.
Una pronta risposta è arrivata da Aisom, associazione che lavora con e per le Pmi generando informazione, formazione, convenzioni, servizi e attività diverse, anche rivolte a promuovere presenza e sinergie territoriali, con molto spazio al business matching.

In questo autunno che di fatto è l’inizio d’anno, dopo avere ospitato alcune voci di Aisom nei panel di V+ degli speciali lockdown e ripartenza (vedi V+ 62, 63 e 64), ci sembra il momento di presentare un po’ meglio l’associazione.
Ecco cosa ci ha detto di Aisom il suo “storico” presidente Stefano Vergani.



Qual è la visione di Aisom rispetto alla crescita e al potenziale delle Pmi?
 
La sensazione di AISOM sul futuro al momento è, lo ammetto, piuttosto pessimistica… ma con grande disponibilità a rivedere le proprie posizioni all’accadimento di alcuni fattori:
•    che il piano di recovery fund possa attuarsi entro la fine del 2020 (anche se con soldi da utilizzarsi da metà del 2021);
•    che il Governo incassi la fiducia della maggioranza per il piano di rilancio del Paese (anche se mancano i cosiddetti “decreti attuativi” su come arrivare agli obiettivi accennati);
•    che cambi la politica… magari meno parlamentari, ma soprattutto capaci e onesti;
•    che le imprese cambino pelle.
Si chiede spesso che sia la politica a favorire lo sviluppo e a prevenire le criticità, ma non possiamo e non dobbiamo sempre appesantire la politica di responsabilità che competono alle imprese. Nonostante tutto il Covid19 farà capire quali siano le imprese che meriteranno di sopravvivere e quelle che, per fisiologia, dovranno morire.
Emergeranno quegli imprenditori che meritano di chiamarsi così, mentre altri, che non hanno capito cosa significa essere imprenditori oggi, non riusciranno a sopravvivere.
 
Di cosa avrebbero ancora bisogno – o “fame” – le nostre Pmi?
 
Premesso quanto nella prima risposta, certamente la formazione è uno strumento basilare, proprio perché aumenta competenze e capacità di gestione.
Tra i nodi principali per le imprese c’è proprio la formazione. Gli imprenditori, se non hanno ancora capito che il passato è defunto e che il futuro devono cominciare a costruirselo ora e con le regole mondiali che valgono ovunque, sono praticamente falliti già in partenza.
E guai a “scimmiottare” gli esempi negativi degli arricchiti (perché non pagano i fornitori o non pagano le tasse...), spesso sulla linea di confine con la legalità.


Certo, le politiche sociali governative devono e possono aiutare le imprese a investire in formazione (in primis proprio in quella rivolta agli imprenditori e alle loro risorse). L’imprenditore che non si forma costantemente (ICT, finanza, organizzazione e metodi, compliance) è destinato a veder finire la sua esistenza.
E poi, indispensabile, è la capacità fisica di sostenere una sfida che comporta il doppio della fatica (soventemente mentale che costa più di quella fisica).
Capita, a volte, che AISOM perda associati… Ma, generalmente, sono sempre quei soci che rimangono attardati perché non credono, perché non sanno attuare o hanno paura ad attuare innovazione nelle strategie, nei processi, nell’organizzazione prima ancora che nella tecnologia.
 
 Ci fa due veloci esempi di azioni o servizi attivati per gli associati?
 
Il primo progetto – estensione del progetto 2018 “Back to the Future” - è quello orientato a sostenere le aziende socie che dovessero essere contattate dalla malavita in situazioni di difficoltà economica. Abbiamo alla firma un protocollo con la Questura di Milano ( e a breve con le altre, sotto l’egida del Ministero degli Interni) per anticipare criticità legate ai tentativi della criminalità di sostituirsi allo Stato e alle banche, soprattutto in questa situazione post Covid, per dare risorse finanziarie “in nero” alle aziende in difficoltà: col rischio che si inneschi un percorso tragico con risvolti inimmaginabili, per l’imprenditore, la sua famiglia, i lavoratori e le loro famiglie, i fornitori, le istituzioni e quindi l’impresa tutta.
 
Il secondo progetto che vorrei citare lo abbiamo da anni nel cassetto e sino a oggi non siamo riusciti a promuoverlo: il progetto di check e formazione imprenditoriale.
Uno dei membri del nostro Consiglio Direttivo Nazionale (l’ingegnere GianMarco Biagi, Presidente 7.9 Holding) sta portando avanti un programma software per la qualifica degli imprenditori, dai cui esiti nasceranno programmi personalizzati di formazione. Gli imprenditori potranno così capire, dalle loro stesse risposte alle check list di indagine, il loro posizionamento in relazione a diversi requisiti, ad esempio: la capacità di innovazione, capacità di individuare soluzioni a problemi imprevisti, capacità di pianificare le strategie e di saperle attuare, e di saperne prevenire le criticità.

AISOM
L’Associazione Nazionale delle Imprese nasce nel 2009 come libera aggregazione tra imprese che operano in differenti settori merceologici dell’industria, commercio e terziario nell’area sud occidentale del Comune di Milano e nella sua immediata provincia (Associazione delle Imprese del Sud Ovest Milanese), con l’obiettivo di riunire le energie e le aspettative di molte realtà imprenditoriali per un’ottimizzazione degli sforzi di crescita e di resistenza alla crisi economica – anche attraverso il business matching.
Dal 2015 è divenuta Associazione Nazionale delle Imprese con un costante approccio a diverse realtà provinciali e regionali, anche grazie a un dialogo e un confronto continuativo con gli Enti Istituzionali.

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