In un litigio chi rielabora... gode
Frequento un corso di dizione e lettura espressiva, e una delle prime regole che ci hanno insegnato riguarda il tempo: prenditi il tempo di dire. O non prendertelo: velocizza. Dipende dal messaggio che vuoi dare.
Nel libro "La disputa felice" (Franco Cesati Editore) Bruno Mastroianni ci ricorda che “il tempo è comunicazione”. In qualsiasi tipo di comunicazione bisogna pensare al “quando”: rispondere dopo molto tempo a un messaggio WhatsApp già letto è in sé un messaggio (“ti ho letto, ma non ho voglia di rispondere oppure non voglio farlo per una certa ragione…” maledette spunte blu!); ma anche non rispondere a una email ci dà il polso di quanto teniamo al suo contenuto. Se dobbiamo riflettere, diamone quanto meno notizia al destinatario (“Grazie della tua email, ti scrivo nei prossimi giorni”), non lasciamolo in sospeso: è sempre brutto.
Prendersi tempo è utilissimo (sottolineo, utilissimo) quando dobbiamo commentare un post su Facebook – o controbattere su qualcosa. Hanno fatto più danni delle affermazioni sui social dettate dalla rabbia che delle sane conversazioni di chiarimento. In più, passano gli anni ma la regola resta: quello che pubblichi su Facebook è esposto al pubblico per sempre.
Consiglio spassionato di Mastroianni che faccio mio: adatta i tempi di risposta alle diverse situazioni. È cruciale. Il fattore tempo è parte del messaggio, e riflettendo, eviterai tensioni e fraintendimenti.