ANTONIO BATTAGLIA
Da 20 anni nel settore legno e derivati, dal 2003 è managing director di Florian legno, gruppo che ha raggiunto i 90 milioni di fatturato consolidato e ha dieci aziende nel mondo (Italia, Croazia, Ungheria, Repubblica Ceca, Emirati Arabi).
1. Vendere equivale a...?
Soddisfare l'esigenza del cliente, esaltando le qualità dell'azienda che vende.
2. Come è organizzata la vostra rete commerciale?
è suddivisa per area geografica, molto concentrata nelle aree limitrofe (fino a un raggio di 200 chilometri dalla sede principale); così la qualità del servizio che possiamo offrire è più alta. Per l'export ci avvaliamo di un collaboratore per nazione.
3. Come sono motivati gli agenti?
La motivazione in questi momenti non è facile da trasmettere. Direi che la posizione di leader del settore che abbiamo raggiunto in questi anni diventa un motivo di forte ispirazione per gli agenti.
4. Il vostro motto nella vendita?
Essere umili, ma pensare in grande.
5. Cosa deve conoscere un vostro venditore?
Il legno, prima di tutto, che è il prodotto che vendiamo. È la base e la "radice" del nostro business.
6. Quanto conta la formazione in azienda e quale tipo di formazione preferite?
Sicuramente la formazione fatta in azienda conta molto, perché i partecipanti vivono tutti gli aspetti del prodotto, da quelli produttivi a quelli forestali. Ad affiancarli ci sono i tecnici della produzione.
7. Donne o uomini: chi preferisce assumere per la vendita?
È un lavoro molto "tecnico", e il settore, di per sè, viene gestito storicamente da uomini. Perciò il 99% della forza vendita presente sul mercato è maschile. Ma non mancano delle ottime commerciali interne donne.
8. Il difetto più grande di un venditore?
A volte la superficialità. Credere di conoscere il mercato meglio di chi gestisce l'azienda.
9. Il pregio più grande?
I veri professionisti sanno concludere ogni volta due vendite: una al cliente, l'altra all'azienda...
10. Se non avesse intrapreso questa carriera, che strada avrebbe scelto?
La indole è sempre stata un'indole commerciale. Amo il mio lavoro e le sfide che mi lancia quotidianamente. Ma... in futuro, quando mi stancherò (anche se non credo succederà), forse aprirò un piccolo bar a Copacabana!