PMI e sicurezza: un binomio complicato, un'opportunità di crescita
LA SICUREZZA COME ARCHITRAVE
PER LE MICRO E PICCOLE IMPRESE
Partiamo da una questione assodata: sicurezza sul lavoro e PMI sono un binomio complicato.
Le piccole e medie imprese rappresentano circa il 95% del tessuto imprenditoriale italiano, confermando un ruolo centrale nella nostra economia (e non solo). Di fatto, però, la maggior parte di loro ha molta difficoltà nella gestione della salute e della sicurezza dei lavoratori e non applica misure adeguate in materia, assoggettando a maggiori rischi i lavoratori stessi – fatti, tra l’altro, confermati dalla cronaca. Questi aspetti sono tanto più rilevanti quanto più è ridotta la dimensione dell’impresa.
L’occasione di “toccar con mano” mi si è presentata da quando il team di Imprenditore Smart che coordino ha assunto la responsabilità di definire la strategia e le attività di marketing di Stone S.p.A., azienda di consulenza per la salute e sicurezza sul lavoro per le micro e piccole imprese. Organizzare la convention mi ha consentito una full immersion accelerata non solo nelle dinamiche dell’azienda, ma nelle tematiche della sicurezza a misura di piccola e micro impresa, oggi cruciali.
Così nel giorno di “La Pietra Miliare” ho colto l’occasione di parlare del valore della sicurezza per il business, con chi tutela la sicurezza dei business: i giovani soci manager di Stone.
Inizio con Ismaele Capriotti, Presidente e AD.
Nonostante i ritmi ridotti a causa della pandemia, i dati sugli infortuni sul lavoro sono drammatici: come lo spiega?
I problemi principali sono due: scarsità di risorse economiche e mancanza di cultura della sicurezza nelle PMI. Le attività di prevenzione per una piccola e media impresa sono onerose, sia dal punto di vista economico che organizzativo: oltre alle spese vive per la messa in sicurezza di macchinari e ambienti di lavoro, c’è la formazione obbligatoria del personale sulla sicurezza che spesso si traduce anche in ore ‘rubate’ alla produzione.
C’è anche il fattore culturale: nelle PMI la valutazione dei rischi e la formazione in materia di sicurezza sono considerate come un puro e semplice adempimento burocratico. L’unica strada è far crescere la consapevolezza, tra imprenditori e lavoratori, che investire nella sicurezza nei luoghi di lavoro non è un costo, non è una semplice necessità per evitare sanzioni: al contrario, è un punto di partenza se si vuole far crescere il posizionamento dell’azienda e migliorare il clima interno, con evidenti benefici in termini di aumento della produttività e della qualità della vita professionale. È proprio da questo concetto che partiamo, concetto che spinge a trovare nuove soluzioni che vadano oltre la sicurezza.
La costruzione della consapevolezza è alla base della nostra vision “migliorare e salvaguardare la vita dei lavoratori agendo sulla consapevolezza delle persone, promuovendo e attuando un miglioramento progressivo della sicurezza nei luoghi di lavoro”.
Francesco Alessandro, lei è il Direttore Commerciale: come si diventa “grandi”?
Siamo nati dieci anni fa, e oggi abbiamo una dimensione nazionale: Stone segue oltre 2 mila aziende, tra Marche, Abruzzo, Veneto Liguria e Lombardia, che danno occupazione a circa 20 mila addetti. Fattura 2,8 milioni di euro, con una crescita del 15% nell’ultimo anno e con la previsione di chiudere il 2021 toccando i 3,5 milioni di euro.
Il core business è legato alla sicurezza sul lavoro, ma negli anni il gruppo si è aperto a nuovi ambiti senza mai perdere di vista l’obiettivo primario. La holding Mooders, il cui Presidente è Sebastiano Di Diego (che i lettori di V+ già conoscono), racchiude tutto il gruppo in una realtà ormai ben consolidata.
STONE SPA È ANCHE:
Dema s.r.l., che si occupa delle normative antincendio (AD Francesco De Marzo); Element s.r.l., per la privacy e la tutela dei dati personali (AD Daniele Romano); Red Elephant s.r.l., software house della piattaforma di e-learning Kattedra (AD Ezio Granchelli, già Vicepresidente di Stone S.p.A.)
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