Bufera nuovo spot Huggies: il pannolino non "assorbe" le critiche
Citando il caso della Barbie, abbiamo visto come l'estensione della linea prodotti possa portare più problemi che benefici all'immagine di un brand e alle vendite.
Un altro marchio che si presta a delle considerazioni è Huggies, sul mercato dei pannolini per bambini dagli anni Settanta, e da sempre associato a qualità e convenienza.
L'ultimo spot dell'azienda ha causato, però, reazioni diverse: si tratta della pubblicità della nuova linea Bimbo e Bimba, una linea che, è chiaro, propone modelli di pannolini diversi per i due sessi, con un diverso posizionamento della parte assorbente.
Lo si vede nello spot.
Huggies la presenta come una "rivoluzione": un prodotto che risponde a esigenze specifiche del cliente, in questo caso maschietti e femminucce. E c'è chi, in internet e fuori, non ci vede nulla di male.
Dall'altra parte, le critiche: uno spot - dicono alcuni - chiaramente sessista, dove non solo si inneggia alle differenze di genere, ma si creano degli stereotipi ingannatori: nell'introduzione dello spot si sente infatti la voce fuori campo dire che la bambina, una volta cresciuta, penserà a "farsi bella", mentre il bambino a "fare goal" (un riferimento al cliché "pupe e calciatori" o semplicemente un parallelismo con la propensione dei maschetti a giocare col pallone?); "lei cercherà tenerezza, lui avventure" (una mamma commenta: "Ho una bimba, e non voglio che cresca col pallino di farsi bella e di lasciare le avventure ai maschietti"); "lei si farà correre dietro, lui invece ti cercherà" (forse un accostamento troppo ardito con il presunto atteggiamento delle donne che si fanno desiderare e degli uomini che si conquistano? Insomma, cacciatore e preda?).
Polemiche simili avevano travolto, di recente, anche l'industria dei giocattoli, dove si era notata una eccessiva separazione dei sessi, sia sulle confezioni che nelle pubblicità (il caso della cucinetta solo per bambine e della pista di macchinine solo per bambini). In Europa, una catena svedese, la ToysRus, aveva risposto con un catalogo senza "divisioni", con i bambini che giocano assieme agli stessi giochi, vestiti con colori neutri, su sfondi neutri (niente azzurri o rosa confetto).
"Così piccoli e già così diversi" intona la Huggies nel suo spot. Forse i genitori questo lo sapevano, e forse non avevano bisogno di due prodotti diversi, data la ricchezza dell'offerta Huggies.
Il sito change.org ha lanciato una petizione per chiedere all'azienda di ritirare lo spot.
Purtroppo è l'esempio di uno spot che, in questo caso, dovrebbe dare pochi e chiari messaggi (igiene, comodità, creatività q.b. per rendere il prodotto bello e accettato da chi lo indossa); invece è entrato in un polverone dove si mescolano parole forti, come sessismo, omofobia, stereotipi di genere... a torto o a ragione.
Vedremo gli sviluppi.
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27 giugno: gli sviluppi ci sono stati.
L’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria – IAP, l’ente privato che regolamenta le comunicazioni commerciali per una “corretta informazione” – ha stabilito che lo spot della Huggies sui pannolini per bimba e bimbo trasmesso su Rai e Mediaset nel giugno del 2015 ha violato due articoli del codice di autodisciplina della comunicazione commerciale. Nel comunicato si legge: "Le diverse necessità, a livello fisico, di raccolta della pipì per bambini e bambine vengono quindi estese ai desideri futuri dei protagonisti, inquadrati semplicisticamente e manifestati in stereotipi di genere. [...] Quasi che necessariamente la donna debba essere “bella, madre e preda” e l’uomo “goleador, cacciatore e avventuroso”.