Smetti di leggere notizie
Ci dimentichiamo troppo spesso che tra i diritti imprescrittibili del lettore elencati da Daniel Pennac in Come un romanzo c’è anche il diritto di non leggere. Mi viene in mente mentre sfoglio Smetti di leggere notizie di Rolf Dobelli.
Dobelli parla proprio di “dieta”, e si definisce un ex “drogato”. «Se ci fossero dei gruppi di autoaiuto per la dipendenza da news, mi sarei seduto in cerchio, sperando nella comprensione dei presenti». Dalla carta stampata a internet: insaziabile. Sì, un alcolizzato. Con la differenza che l’alcol bisogna comprarlo, le notizie sono dappertutto. E oggi, per la maggior parte, gratuite. Male, malissimo per uno che soffre di dipendenza. Ma chi non ne soffre? Chi non scorre il feed di un social, non ascolta (anche distrattamente) un telegiornale, non si aggiorna sull’andamento della pandemia almeno una volta al giorno?
Dobelli afferma di non drogarsi più da quando un giorno, per la prima volta, dopo decine di migliaia di ore di news, si è chiesto: “Adesso comprendo meglio il mondo?” E: “Sono forse più bravo a prendere decisioni?” Per lui, in entrambi i casi, la risposta è stata: “No”.
«Oggi sono pulito. Dal 2010 ho rinunciato alle notizie e sono in grado di vedere, sentire e descrivere in prima persona gli effetti di questa libertà: una più alta qualità di vita, pensieri più chiari, opinioni più valide, meno nervosismo, decisioni migliori, molto più tempo a disposizione». Non per tutti può essere la dieta giusta; sta allo spirito critico di ciascuno. Però, ecco, la prossima volta che accenderete un tg o scorrete frammenti di notizie online chiedetevi anche voi: “Adesso comprendo meglio il mondo?” e “Possono prendere decisioni migliori?”.
Prendi questa pillola assieme a: Smetti di leggere notizie, Rolf Dobelli (il Saggiatore); Come un romanzo, Daniel Pennac (Feltrinelli)