Letture


Redazione V+ Redazione V+

Scrivere è sexy (anche in azienda)

LE PAROLE SONO LA BASE DELLE RELAZIONI. TUTTI ABBIAMO IL DOVERE DI USARLE BENE

Si dice “persuàdere” o “persuadére”? Si scrive S.r.l. o srl? Meglio “slide” o “diapositiva”? Non bisogna essere scrittori per saper scrivere bene. Tutti viviamo comunicando, perché la parola è la base della relazione, e, con la diffusione di internet e delle email e la nascita dei social network, parlare, e quindi scrivere, sono le cose che facciamo più di frequente, tutto il giorno, tutti i giorni.
L’autore condensa in questo manuale l’esperienza “di un quarto di secolo”. Abbiatelo a portata di mano se dovete mandare un messaggio di posta elettronica, spedire una lettera, creare un profilo aziendale, o solo ripassare – senza troppa ansia – le regole fondamentali dell’italiano. In alcuni casi, vi salverà la vita. In altri, vi eviterà di non essere capiti o, peggio, di fare figuracce. Poi dite ancora che le parole non sono importanti.

Pensate alla quantità di email che ricevete e spedite, pensate alle lettere e ai report che scrivete, ai verbali delle riunioni, ai bilanci di esercizio e sociali, agli ordini di servizio, alle newsletter che mandate ai vostri clienti, ai brief, alle comunicazioni nell'intranet aziendale, alle presentazioni in power point, ai progetti, ai comunicati stampa, alle targhette e agli adesivi, agli house organ, alle brochure, alle procedure, agli opuscoli informativi e ai biglietti da visita, ai post che pubblicate su Facebook. Tutto il giorno passa tra migliaia di parole e tutti i giorni è così.

"Chi parla male pensa male e vive male" diceva un personaggio di Nanni Moretti. E Orwell: "La lingua diventa brutta perché i nostri pensieri sono stupidi, ma la trascuratezza della lingua facilita pensieri stupidi". Chi scrive male pensa peggio.

Spesso la scrittura diventa radiografia inconsapevole: non evidenzia se siamo biondi o mori, ma fa comprendere benissimo se siamo simpatici, aggressivi, disponibili, rispettosi, maleducati, superficiali.

Se una frase supera due righe, spezzatela. Togliete le zeppe: "in un certo senso", "in qualche modo", "senza se e senza ma". Siate parsimoniosi con gli aggettivi. Eliminate: "il presidente interverrà personalmente"... può anche intervenire in modo impersonale?


Le parole sono importanti, Alessandro Zaltron, Franco Angeli, 19 €