La Barbie non seduce più: perché?
Il 2015 verrà ricordato, tra le altre cose, anche come l'anno che sancisce la crisi delle vendite della bambola più famosa del mondo. La Mattel, infatti, ha reso noti dei dati molto deludenti sul fronte commerciale della Barbie: una perdita di valore del 12% in Borsa; discesa dell'utile netto del 56%, nell'ultimo trimestre del 2014, e dei ricavi del 6%.
Considerata la "più bella d'America", stigmatizzata perché simbolo di un canone di bellezza irreale, giocattolo cult per tutte le generazioni, la bionda Barbie (nata nel 1959 da una idea dei coniugi Elliot e Ruth Handler e conosciuta con il nome completo di Barbara Stefania Roberts) ha vissuto negli anni diverse trasformazioni, con l'aumento dei membri della sua "famiglia" (da Ken a Shelly alle varie amiche) e dei prodotti appartenenti alla linea "Barbie Mattel" (libri, versioni speciali della bambola in porcellana o dedicate a film famosi).
Ma qualcosa non va. Il mito ha perso il suo fascino.
Gli esperti hanno individuato più cause.
- L'arrivo sulla scena di eroine più realistiche e più apprezzate dalle bambine, molte delle quali create dalla Walt Disney. Pensiamo a Frozen e a Elsa, principessa altrettanto bionda e dal carattere audace, o alla ribelle Merida di The Brave, con i suoi capelli rosso fuoco.
- Il dominio, nel mercato dei giocattoli, delle nuove tecnologie, che spingono i più piccoli verso divertimenti più moderni.
- La concorrenza di grandi aziende, come Lego, che hanno puntato a una diversificazione dell'offerta. Lego, per esempio, ha inventato una linea di mattoncini per i più piccoli ed è arrivata al cinema con il film d'animazione Lego The Movie.
- La decisione della Walt Disney di non rinnovare la licenza alla Mattel: dal 2016 le Barbie saranno prodotte da Hasbro.
- Non ultimo, un cambio di poltrone ai vertici - con le dimissioni dell'AD Bryan Strockton e la nomina ad amministratore di Christopher Sinclair - che ha destabilizzato non poco gli animi interni. Sinclair ha dichiarato che la Mattel investirà ancora di più, d'ora in avanti, nella creatività.
- Eppure, secondo alcuni, è proprio la creatività ad aver causato l'invecchiamento precoce della Barbie, che non è disponibile soltanto nella classica versione bionda, ma in decine di altri possibili modelli (surfista, veterinaria, con la pelle scura, sudamericana, asiatica...). Questo eccesso di proposte sarebbe andato in contrasto con l'ideale della Barbie che tutti hanno: capelli dorati, occhi azzurr,i seno abbondante, vitino da vespa. Il reparto marketing della Mattel ha pensato di andare incontro a tutti gli stili di vita e di corrispondere ai canoni di bellezza dei vari Paesi. Ma la Barbie rappresentava, dagli anni Cinquanta, UN canone di bellezza, che non ha più avuto l'esclusività di un tempo. Estendendo la linea di prodotti, la Mattel ha dovuto affrontare maggiori costi, maggiori giacenze, spese di magazzino e un calo di fiducia da parte dei consumatori. Tra l'altro, sulle testate straniere, si legge la notizia dell'ennesima novità: la linea di Barbie con le caviglie "snodabili", per farle indossare sia i tacchi alti che le scarpe basse. Non solo: la Mattel ha annunciato, pochi giorni fa, il lancio di vari modelli con colore di pelle e di occhi diversi e taglie e silhouette diverse. Non un unico modello: si parla di una ventina di tonalità di pelle, una ventina di acconciature, una ventina di colori di capelli...
Alla fine ci si arriva a chiedere: chi è veramente la Barbie? Come in questo video: https://youtu.be/mib0kxkLM7g
Cosa c'è di sbagliato nell'offrire tanti prodotti diversi? Forse nulla. Forse, però, disorientare il cliente con prodotti che allontanano troppo dall'immagine originale del brand - e che avvicinano ad altri prodott, in questo la Bratz o le Winx - vuol dire strafare. E le vendite lo dimostrano.
Risale al 2004 una stima che fa pensare: su eBay una Barbie originale degli anni Cinquanta viene venduta a più di 3 mila dollari.
Riuscirà la bionda ragazza ha ritrovare il suo valore?