Mestiere della Supervisione


Simona Genovali Simona Genovali

C'era una volta un leader...

C'era una volta un leader che viveva in un castello nella foresta delle ambizioni. Era circondato da stuoli di servitori, era ammirato e ben voluto dal popolo. Quando passeggiava per le strade, in sella al suo cavallo, grandi e piccoli gli si avvicinavano con le mani tese anche solo per riuscire a toccare il suo mantello. Era un uomo dal grande carisma. Molti abbassavano lo sguardo in segno di rispetto, riconoscendo la sua autorità; altri lanciavano fiori al suo passaggio.

Un giorno accadde qualcosa che cambiò improvvisamene la sua vita. La mattina si svegliò come era solito fare, alle sette in punto, al suono della prima tromba. Si alzò, indossò la sua uniforme da cavaliere del regno e si avviò verso lo studio ovale, per affrontare gli impegni della giornata. Come prima cosa, interrogò il suo consigliere: “lo specchio delle meraviglie”.
“Buongiorno amico mio. Dimmi, chi è il leader di questo regno?”.
Lo specchio, con grande sorpresa del leader, quel giorno non rispose. Il leader trasalì e divenne scuro in volto. Sentì che qualcosa dentro di lui era cambiato, ma non riusciva a capire cosa. Quello che aveva sempre temuto, forse era successo: non era più il leader di un tempo.

Il leader insistette, ripetendo la stessa domanda: “Specchio, specchio delle meraviglie, dimmi, chi è il leader di questo regno?”.
A un tratto lo specchio decise di rispondere, per aiutare l’amico che si trovava in difficoltà. Così lo specchio con tono deciso, ma amichevole, parlò:
“Caro leader”, disse lo specchio. “Purtroppo oggi sono portatore di cattive notizie, ma per l'amicizia che ci lega da anni, ti dirò la verità. Hai perso la tua leadership. Se vuoi posso aiutarti a recuperarla”.
In un primo momento il leader non volle credere a quelle parole.
Fece un bel respiro e rispose:
“Va bene, aiutami a capire cosa ho sbagliato e come posso rimediare”.

Lo specchio gli ricordò la prima regola fondamentale della leadership:
Il ruolo di leader va negoziato di volta in volta in funzione della situazione e del sopraggiungere di nuovi elementi, dati e informazioni. La leadership non va mai data per scontata, va mantenuta nel tempo. Forse è proprio questo che hai dimenticato, ti sei lasciato trasportare dal successo e hai perso di vista i tuoi obiettivi e quelli di coloro che lavorano con te”.
A quel punto il leader decise di tirare fuori dalla soffitta i vecchi quaderni dei tempi della scuola e ricominciò a studiare. Trovò anche un taccuino ancora intonso su cui decise di prendere appunti e di annotarsi tutti i consigli che lo specchio gli avrebbe fornito durante le lezioni mattutine di leadership.
Voleva dimostrare subito allo specchio che aveva ancora la stoffa del leader: non si arrese, si rimboccò le maniche e accettò di migliorare le sue performance con grande coraggio.

Dopo qualche incontro, l'orribile sensazione di tristezza e smarrimento che lo aveva attanagliato per giorni era scomparsa. Sul suo volto era tornato di nuovo il sorriso e sentiva una nuova energia. Il leader aveva ritrovato la fiducia in se stesso.
“Ecco la seconda regola: la leadership ha una funzione di equilibrio”, disse lo specchio, “va intesa come la forza che risponde alle esigenze di crescita di un gruppo e non alle esigenze di essere guidati. Il leader lavora insieme agli altri, non si sostituisce al gruppo né in termini di responsabilità né in termini di superamento dei conflitti. Fluidifica il lavoro e produce risposte, soluzioni”.
Il leader, allora, pensò agli ultimi tempi, quando, passeggiando tra il suo popolo, aveva talvolta esitato a fornire delle risposte adeguate e si era limitato più a “ordinare” di fare qualcosa, anziché farlo insieme ai suoi sudditi.
“Ricordati vecchio amico la terza regola:”, aggiunse ancora lo specchio, “una leadership efficace si costruisce giorno per giorno, è impossibile imporla. Impara ad accettare le persone e, allo stesso tempo, sii fermo nel riprendere i comportamenti negativi”.

Il giorno dopo il leader decise di fare visita al suo popolo. Camminò tra la gente, come non faceva da tempo, salutando con un sorriso le persone che incontrava. Accettò anche di convenire con alcuni esponenti del popolo, che avevano delle nuove idee per aumentare la produzione del piccolo villaggio. Così facendo, riuscì in poco tempo a coinvolgere i membri della comunità e a farli sentire parti fondamentali dell’ingranaggio della sua squadra e degli obiettivi raggiunti insieme, grazie al contributo di tutti.
Fu di nuovo un grande leader e non smise mai di ringraziare lo specchio, e decise di aprire una scuola per formare i leader delle nuove generazioni.

E vissero tutti felici e… bè, questo lo diranno le vendite.