San Valentino? Ma se siamo delle brutte persone (un po' tutti)
COMPORTAMENTI IN CUI CADIAMO MOLTO SPESSO, NESSUNO ESCLUSO
Gli esseri umani sono buoni, per natura? Sembra filosofia, ma non lo è.
Ha risposto un neuroscienziato cognitivo, Christian Jarrett, evidenziando alcuni comportamenti in cui cadiamo più spesso di quanto crediamo – e magari senza accorgersene.
Per esempio, tendiamo a considerare le minoranze e le persone più vulnerabili… meno umane. Non solo gli stranieri, ma anche i più vecchi (se siamo giovani).
Proviamo piacere per il dolore degli altri; attenzione, non vuol dire che lo manifestiamo sempre e comunque, però ci viene d’istino pensare “meglio lui/lei che io”.
Siamo dogmatici: se fossimo razionali e aperti di mente come crediamo, cercheremmo di convincere gli altri che si stanno sbagliando portando dei fatti; invece semplicemente non riteniamo confutabili le nostre opinioni, perché sono “nostre”, fanno parte di noi e della nostra identità.
Abbiamo paura di trascorrere troppo tempo con la sola compagnia dei nostri pensieri. In uno studio del 2014 il 67% degli uomini e il 25% delle donne partecipanti ha preferito prendere una scossa piuttosto che rimanere in una stanza vuota per 15 minuti. Incredibile, vero?
E per finire, siamo degli ipocriti. Eh sì. Condanniamo molto velocemente i comportamenti degli altri, ma se li adottiamo noi o se li vediamo compiere dai nostri amici, diventiamo subito più indulgenti.
Cosa significa tutto questo? Che siamo destinati a essere e a rimanere delle “brutte” persone? No, ovviamente. Significa che il rischio di “scivolare” è alto per tutti, e dobbiamo essere pronti a prenderci in fallo. A chiedere scusa e ad accettare che noi e gli altri possiamo sbagliare. Quanto più leggeri saremmo? E quanto migliorerebbero le nostre relazioni?
APPROFONDIMENTO: I "VILLAIN" E I FALLITI NEI LIBRI
Li chiamano "villain" e sono i cattivi o i falliti delle storie. E di solito facciamo il tifo per loro. Ci immedesimiamo perché rappresentano le nostre debolezze, e non ci fanno sentire in colpa se nella vita quotidiana non siamo degli eroi.
Come Lorenzo, il protagonista senza lavoro e senza amore dell'Allegria degli angoli di Marco Presta. Geometra, finisce per fare l'artista di strada e neanche i suoi amici se la passano meglio, tra storie complicate, vite che non ingranano, fallimenti.
Nel Soccombente di Thomas Bernhard un musicista fa i conti con un collega molto più bravo e famoso di lui, assaggiando tutti i giorni il gusto dell'anonimato e del fallimento. Dove lo porterà l'invidia?
E Barney Panofsky? Ubriacone, rissoso, deve difendersi da un'accusa di omicidio, difendendo, appunto, la sua "versione" dei fatti. Uno dei più personaggi letterari di sempre, tra l'altro.