BROADCASTING HAPPINESS
LA SCIENZA DEL PENSIERO ORIENTATO AL SUCCESSO RACCONTATA DA MICHELLE GIELAN, EX VOLTO DELLA CBS, ESPERTA DI FELICITÀ E POTENZIALE UMANO
INTERVISTA A MICHELLE GIELAN
PER GENTILE CONCESSIONE DI SCUOLA DI PALO ALTO
Co-fondatrice dell’Institute for Applied Positive Research insieme a Shawn Achor, da anni Michelle Gielan si dedica allo studio del legame tra una mente positiva e il successo in ogni ambito.
L’esperienza come giornalista alla CBS le ha permesso di vivere in prima persona l’impatto che la comunicazione può avere sull’emotività delle persone, convincendola che come professionista del settore avrebbe potuto dare un contributo importante a una forma d’informazione meno catastrofica e più positiva, capace di infondere negli individui fiducia e ottimismo nel futuro. Nel 2009 ha prodotto Happy Week, una serie televisiva incentrata sulla volontà di incoraggiare la felicità nella vita quotidiana, nelle relazioni sociali e in tutti i contesti lavorativi e domestici, soprattutto in periodi di recessione come quello attuale. Così come Shawn Achor, anche Michelle Gielan ha partecipato al Positive Business Forum organizzato a Milano nel marzo 2013 da Scuola di Palo Alto. Dal suo intervento è tratta l’intervista riportata di seguito.
Lei ha una formazione in ingegneria informatica. Cosa l’ha spinta a mollare tutto per dedicarsi alla comunicazione?
Appena laureata, sognavo di diventare il volto di un telegiornale nazionale. Non fu facile, ma dopo tre anni di gavetta su canali minori, riuscii ad approdare alla CBS. Quell’esperienza mi cambiò la vita. La prima cosa che pensai fu: “Questo sì che è un posto in cui poter fare la differenza. Da qui posso diffondere informazioni positive e aiutare le persone a orientare la propria vita nella direzione giusta”. Man mano che la crisi entrava nelle nostre vite, mi ero accorta che il numero di notizie negative era di gran lunga superiore a quello delle notizie positive e soprattutto che era sbagliato l’atteggiamento di noi giornalisti nel rapportarci alle storie. Realizzai che il segreto non è mentire al pubblico o nascondere gli aspetti negativi di una notizia, ma semplicemente enfatizzare quelli positivi, che esistono in ogni circostanza. Volevo comunicare le notizie in modo costruttivo, così che gli ascoltatori potessero basare su di esse le proprie decisioni personali e influenzare, di conseguenza, quelle dei loro familiari o colleghi.
Da cosa nasce l’idea per la serie Happy Week?
Happy Week fu un esperimento. Invitammo numerosi esperti di Psicologia Positiva affinché parlassero di come, nel bel mezzo della recessione, possiamo di fatto guardare le cose da un’altra prospettiva e considerare la crisi una sfida per migliorarci. Se crediamo che il nostro comportamento conti qualcosa, saremo in grado di ottenere risultati diversi e di trovare la felicità anche nei momenti avversi, senza aspettare impotenti che la situazione difficile passi da sola. L’obiettivo è creare una solida realtà positiva in cui vedere nuove possibilità e connessioni profonde e significative con coloro che ci circondano. Una realtà in cui i nostri business team riescono a trasformare il poco che hanno a disposizione in innovazioni grandiose, servizi efficaci e prodotti che possano cambiare il mondo.
Cosa significa Broadcasting Happiness?
L’espressione Broadcasting Happiness significa letteralmente “trasmettere felicità”, sia dal punto di vista televisivo che interpersonale. Rappresenta il modo in cui condividiamo con gli altri una realtà positiva e ottimistica che sia in grado di spingere il nostro cervello a ottenere performance superiori. Questa sorta di “potenziale collettivo” ci permette di conseguire risultati mai raggiunti prima.
Come mettiamo in moto questo meccanismo? In altre parole, come possiamo trasmettere felicità?
La mia esperienza di giornalista televisiva e la collaborazione con numerose aziende e scuole in tutto il mondo mi hanno portato a formulare tre strategie efficaci. Si basano tutte su ricerche scientifiche accurate e sulle loro applicazioni pratiche nel mondo del business. Tali strategie si fondano su tre princìpi. Innanzitutto, quando la nostra mente è positiva, alimenta le performance: se siamo felici, constatiamo che diventiamo più impegnati, più produttivi, più creativi. In secondo luogo, quando trasmettiamo felicità e condividiamo la positività, l’impatto che queste hanno sulla nostra realtà è amplificato. Infine, possiamo tutti trasmettere positività. Non credo che ci sia per forza bisogno di un programma televisivo per influenzare un elevato numero di persone. Talvolta, il pubblico più importante a cui possiamo rivolgerci è quello costituito da un unico individuo.
Può descriverci brevemente le tre strategie concrete a cui ha accennato?
La prima è la “Power Lead” e fa riferimento a una domanda precisa: Qual è il centro del nostro focus? È una sorta di guida per il nostro cervello, la più positiva e ottimista che esista; la possiamo trovare in una conversazione, in un’email, in una discussione durante un meeting. La Power Lead più efficace è quella che ci aiuta a creare una realtà in cui gli individui credono che il loro comportamento sia importante e che possa fare la differenza. Quando cominciamo una qualsiasi attività mossi da una Power Lead, di fatto definiamo uno “schema sociale di positività” che potenzia le performance.
La seconda strategia è il “Fact Check”, cioè il controllo dei fatti. Siamo dotati di un cervello fantastico, ma non dobbiamo per forza credere sempre alla prima cosa che ci trasmette; il segreto sta nel cercare fatti positivi veri a supporto di una posizione alternativa a quella comunemente accettata. Ogni volta che abbiamo un pensiero negativo, possiamo fare un Fact Check e trasformarlo, innescando quel cambiamento di mentalità che ci porta a intraprendere l’azione positiva per creare una nuova realtà.
La terza e ultima strategia è denominata “Change the Channel”. Se il nostro cervello rimane bloccato in uno schema negativo, come possiamo “cambiare canale”? Rifocalizzando l’attenzione su elementi positivi della realtà e comunicandoli agli altri attraverso il linguaggio verbale e non, così da attivare uno schema sociale di positività.
Cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno. Il resto si riempirà strada facendo. (anonimo)